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I Paesi UE bloccano le mascherine destinate a Berna

Si fa acuto in Svizzera il problema del rifornimento dall'estero dei prodotti di protezione dal coronavirus destinati al personale sanitario e ai lavoratori.

Questo contenuto è stato pubblicato il 25 marzo 2020 - 17:45
tvsvizzera/spal
Un sanitario del servizio regionale di autoambulanza del Mendrisiotto con mascherina, guanti e tuta a prevenzione del contagio. Keystone / Elia Bianchi

Il materiale ordinato in Francia e Germania continua ad essere bloccato per il diniego delle autorità nazionali, nonostante l'intervento dell'Unione Europea che ha richiamato i governi a lasciar transitare le merci verso i paesi aderenti all'Associazione europea di libero scambio (Aels), vale a dire Islanda, Liechtenstein, Norvegia e Svizzera.

In particolare i media svizzeri hanno riportato il caso di un fornitore francese che non può far uscire le mascherine dal suo magazzino a Lione per il veto imposto da Parigi all'esportazione di questi prodotti che resta tuttora in vigore.

Stessa sorte è toccata alla merce ferma per due settimane alla frontiera con la Germania che alla fine è stata riportata nella sede centrale della dogana a Mönchengladbach, tra Düsseldorf e la frontiera con i Paesi Bassi. 

Ma non si tratta di episodi sporadici: casi analoghi si stanno ripetendo dall'inizio della crisi coronavirus. Per cercare di risolvere la situazione la Segreteria di Stato dell'economia (Seco) svizzera ha preso contatti con aziende e autorità dei paesi interessati, sottolineando l'importanza per l'economia che il commercio continui a funzionare.

Negli scorsi giorni la presidente della Commissione Ursula Von der Leyen aveva sostenuto che le mascherine e gli altri prodotti necessari nella lotta contro la pandemia potevano essere esportati verso paesi terzi solo con l'autorizzazione espressa delle autorità nazionali.

Successivamente però Bruxelles aveva dato istruzione ai Ventisette, dopo numerosi approcci che avevano coinvolto il commissario per il commercio Phil Hogan, affinché non venissero più bloccate queste esportazioni verso i quattro membri dell'Aels, "tenuto conto della loro profonda integrazione nel mercato comune" e dell'"integrazione delle catene di valore e delle reti di distribuzione".

Ma per il momento, a quanto pare, gli auspici del ministro dell'economia Guy Parmelin, che venerdì scorso aveva espresso un certo ottimismo sulla ripresa delle forniture di materiale sanitario dall'Europa, sembrano destinati a rimanere tali.

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