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Lega, “l’accordo sui frontalieri va corretto in parlamento”

Nella mozione presentata oggi alle Camere il Carroccio chiede garanzia sui ristorni ai comuni di residenza e minori oneri in ambito sanitario e fiscale

Questo contenuto è stato pubblicato il 20 gennaio 2016 - 14:35

La Lega Nord non ci sta. Come annunciato nelle scorse settimane, all'indomani dell'accordo sui frontalieri raggiunto tra Svizzera e Italia, i gruppi del Carroccio alla Camera e al Senato hanno presentato oggi una mozione impegnativa per il governo con cui si chiede di correggere i punti ritenuti problematici dell'intesa che cambia radicalmente il regime fiscale cui è sottoposta questa categoria di lavoratori.

In particolare vengono chieste garanzie sulla quota dei tributi versati dai lavoratori frontalieri destinata ai comuni di residenza, che finora era assicurata dai ristorni sulle imposte alla fonte provenienti dalla Svizzera. Viene inoltre proposta la sospensione del nuovo regime sanitario per i lavoratori pendolari che, oltre a creare disparità tra nuovi e vecchi assicurati che potranno fare capo alle casse malati elvetiche, provoca un aggravio delle spese mediche. I parlamentari della Lega insistono poi sullo sblocco del fondo creato presso l'INPS con i contributi di disoccupazione pagati dai frontalieri nella Confederazione (Legge n. 147 del 1997).

Ma più in generale la Lega Nord, che governa numerose realtà locali a ridosso della frontiera in provincia di Varese e Como, intende farsi carico delle preoccupazioni degli oltre 62'000 lavoratori attivi in Ticino (e in misura minore nei cantoni Grigioni e Vallese) – finora soggetti esclusivamente alla tassazione alla fonte nella Confederazione - che nel giro di 10 anni si vedranno aumentare le tasse per effetto delle aliquote italiane. Un aggravio d'imposta per i frontalieri stimato, secondo alcune indagini, in 200 milioni per l'erario italiano e in 15 milioni, pari a 3'000 euro a testa.

L'accordo parafato poco prima di Natale dalle delegazioni svizzera e italiana, nell'ambito del più ampio pacchetto di negoziazioni contro la doppia imposizione fiscale tra i due paesi, deve ora essere ratificato dai rispettivi parlamenti nazionali. Sulla mozione presentata dal gruppo della Lega le precisazioni del senatore Jonny Crosio, primo firmatario dell'atto parlamentare a Palazzo Madama.

Leonardo Spagnoli

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