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Le leve della Russia di Putin nell’Ucraina dell’Est

tvsvizzera

Di Giorgio Cuscito (Limes)

Questo contenuto è stato pubblicato il 18 aprile 2014 - 12:40

Nelle città di Donetsk, Luhansk, Kramatorsk e Sloviank continuano le proteste contro il governo di Kiev. Il rischio di una guerra civile, di un intervento armato russo e del taglio alle forniture di gas da parte di Mosca mettono il premier ucraino Yatsenyuk alle strette.

Martedì 15 aprile, il governo ucraino ha lanciatoLink esterno una grande operazione "anti-terrorismo" per contrastare gli attivisti filo-russi che hanno preso il controllo di edifici governativi in alcune città dell'Est. La situazione è particolarmente grave a Kramatorsk, dove sono in corso scontri all'aeroporto militare tra esercito e attivisti filo-russi.

Il giorno prima, il presidente Usa Barack Obama e il suo omologo russo Vladimir Putin hanno avuto un'intensa conversazione telefonicaLink esterno per discutere del nuovo picco raggiunto dalla crisi ucraina.

I fattori che ora la caratterizzano sono tre: l'intensificarsi delle proteste contro il nuovo governo di Kiev nell'Est del paese, a maggioranza russofona; la presenza di truppe russe al confine orientale; l'aumento del prezzo del gas naturale voluto da Mosca e il possibile taglio delle forniture energetiche russe.

Obama ha chiesto a Putin di ritirare i soldati dislocati a pochi chilometri dall'Ucraina e di usare la propria influenza per convincere gli attivisti filo-russi nell'Est del paese ad abbassare le armi. Qualora non lo facesse, la Russia andrebbe incontro a un nuovo round di sanzioni occidentali. Il leader del Cremlino ha negato ogni interferenza in Ucraina.

La mappa delle proteste

Nella seconda settimana di aprile, a DonetskLink esterno, attivisti filo-russi hanno proclamato l'indipendenza da Kiev e hanno fissato per l'11 maggio un referendum sull'annessione alla Russia. Poi, hanno ridimensionatoLink esterno le loro pretese chiedendo di votare per ottenere una maggiore autonomia dal governo ucraino. A Luhansk, gli edifici dei servizi segreti ucraini, pieni di armi, sono stati saccheggiati.

La tensione è particolarmente alta anche a Sloviansk (150 chilometri dal confine con la Russia), dove uomini armati in tuta mimetica hanno preso il controllo degli edifici della polizia e dei Servizi di sicurezza dello Stato.

Nei giorni precedenti, il presidente ad interim ucraino Oleksander Turchinov aveva detto che il governo non avrebbe permesso che quanto accaduto in Crimea si ripetesse nell'Est del paese. Inoltre aveva aggiunto di non essere contrario alla possibilitàLink esterno di indire un referendum sull'assetto costituzionale dello Stato. Questa ipotesi sembra ora meno probabile.

La spaccaturaLink esterno tra l'Ovest, dove si concentrano i filo-europei (e in parte russofobi), e l'Est, popolato in maniera rilevante da abitanti di etnia russa, è sempre più evidente. Kiev e Mosca si accusano a vicenda di fomentare le proteste.

Truppe russe al confine

La scorsa settimana, la Nato ha diffusoLink esterno delle immagini satellitari scattate tra il 22 marzo e il 2 aprile che evidenziano il dispiegamento di 40 mila truppe russe al confine orientale ucraino. Un alto funzionario dello staff generale delle Forze armate russe ha affermato che si tratta d'immagini risalenti a otto mesi fa. La Nato ha smentitoLink esterno questa dichiarazione pubblicando le foto scattate prima della mobilitazione militare, quando quelle aree erano completamente vuote. Kiev teme che la Russia possa intervenire militarmente sul suo territorio con il pretesto di difendere i cittadini russofoni. Secondo il capo delle forze Nato in Europa, questo dispiegamento delle forze sarebbe in grado di invadere la Transnistria. Dichiaratosi indipendente dalla Repubblica di Moldavia nel 1990, il mese scorso questo Stato de facto aveva chiestoLink esterno di essere annesso alla Russia.

La guerra del gas e la crisi economica ucraina

Il gas naturaleLink esterno costituisce il 46% del consumo di energie primarieLink esterno dell'Ucraina, seguito dal carbone (28% circa) e dal nucleare (18%). Nel 2013 l'Ucraina ha consumato 50.4 miliardi di metri cubi di gas, di cui 26 miliardi sono stati acquistati da Gazprom, il gigante energetico russo legato al Cremlino.

Mosca ha alzato di ottantuno punti percentuali il prezzo del gas venduto all'ex repubblica sovietica, che ha raggiunto i 485.50 dollari per mille metri cubi. Kiev non è disposta a pagare una simile cifra. Prima della deposizioneLink esterno del presidente Viktor Yanukovich, questa ammontava a 268.50 dollari per mille metri cubi. Il prezzo era frutto di uno sconto concesso dal Cremlino in cambio del rifiuto di Yanukovich di firmare l'Accordo di associazione con l'Ue (quello di cui il primo ministro ucraino Arseniy Yatsenyuk ha firmato le clausole politiche a marzoLink esterno).

Secondo Gazprom, l'Ucraina deve pagare un conto di 2.2 miliardi di dollari per le forniture di gas naturale ricevute. Il presidente russo Vladimir Putin ha dettoLink esterno che Gazprom potrebbe chiudere i rubinetti qualora Kiev non saldi i debiti, com'è già accaduto nel 2006 e nel 2009.

Il provvedimento potrebbe danneggiare anche l'Europa, che importa dalla Russia 167.2 miliardi di metri cubi di gas. Di questi, 82.3 miliardi transitano per l'UcrainaLink esterno.

Per Yatsenyuk, Mosca ha messo in atto "un'aggressione economicaLink esterno" contro il suo paese, giù profondamente in difficoltà. Nel 2013, il debito pubblico ucraino era pari a 73 miliardi di dollari, il deficit fiscale ha raggiunto il 4.5% e il pil è cresciuto dello 0.4%.Link esterno L'Ucraina, inoltre, è danneggiata da una consistente economia sommersa, che costituisce il 44% del suo output produttivo.

Kiev ha chiesto 35 miliardi di dollari in aiuti esteri entro i prossimi due anni. Il Fondo monetario internazionale (Fmi) ha concordatoLink esterno con il governo ucraino un prestito tra i 14 e i 18 miliardi di dollari. Gli Stati Uniti fornirannoLink esterno un miliardo di dollari, mentre l'Ue ha accordatoLink esterno un prestito a medio-termine di un miliardo di euro e 610 milioni di euro in aiuti micro-finanziari.

Prossimi scenari

La minaccia di una guerra civile, di un intervento armato russo e della guerra economica con Mosca sono le leve di Putin per impedire all'Ucraina di scivolare a Ovest. Il Cremlino può sfruttare e sostenere l'attivismo dei russofili per rafforzare il suo potere negoziale con Kiev, anche se tirando troppo la corda si corre il rischio di spezzarla. Intanto, l'incontro tra Ucraina, Russia, Ue e Usa fissato per il 17 aprile a Ginevra potrebbe saltare. Nei giorni precedenti, Mosca aveva fatto sapere che non avrebbe partecipato qualora Kiev fosse intervenuta contro i cittadini russofoni.

Per approfondire: L'Ucraina tra noi e Putin, il nuovo numero di LimesLink esterno

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