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K2, "Lacedelli e Compagnoni avevano ancora ossigeno"

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Intervista a Luigi Zanzi a 60 anni dalla conquista della seconda vetta del mondo. Contestata la recente versione del britannico Mick Conefrey

Questo contenuto è stato pubblicato il 31 luglio 2014 - 20:36

"Da Erich Abram ebbi sempre la conferma che erano state utilizzate soltanto le migliori delle bombole Dräger". Con queste parole Luigi Zanzi, uno dei "tre saggi" incaricati nel 2004 dal Club Alpino Italiano a stilare la versione ufficiale sulla conquista del K2, avvenuta proprio il 31 luglio di 60 anni fa, commenta l'ennesima, improbabile versione sulla famosa scalata di Lino Lacedelli e Achille Compagnoni.

Una versione rimbalzata dall'Inghilterra da parte del documentarista della BBC Mick Conefrey, secondo cui in vetta i due alpinisti si sarebbero portati anche bombole d'ossigeno della Dalmine risultate difettose, come documenterebbe una foto. Circostanza questa che avrebbe comportato l'esaurimento delle scorte di ossigeno a disposizione di Lacedelli e Compagnoni prima del raggiungimento della cima del K2. Una tesi esclusa dalla ricostruzione effettuata dal curatore di "K2, una storia finita" e incompatibile con tutta una serie di argomentazioni puntuali riportate nel volume di Luigi Zanzi.

Nell'intervista che segue il racconto di questa vicenda segnata dal caso Bonatti, lo scalatore abbandonato a quota 8'100 metri dai due compagni la notte precedente l'ascesa finale, dopo aver trasportato in quota, con il fido Amir Mahdi, le bombole d'ossigeno necessarie per giungere in vetta.

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