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Amazzonia, Bolsonaro manda l'esercito

Il presidente, accusato di avere a cuore più l'economia che la protezione delle foreste, assicura "tolleranza zero" anche contro i crimini ambientali. Keystone / Victor Moriyama / Greenpeace Bra

Il presidente brasiliano Jair Bolsonaro ha firmato un decreto che autorizza l'uso delle forze armate per combattere gli incendi nella foresta amazzonica. Lo ha annunciato lo stesso capo di Stato, venerdì in un discorso televisivo: "Siamo un governo di tolleranza zero con la criminalità", ha detto, "e nell'area ambientale non sarà diverso". Intanto, il tema ambientale irrompe al G7 di Biarritz.

Questo contenuto è stato pubblicato il 24 agosto 2019 - 22:35
tvsvizzera.it/ATS/ri con RSI (TG del 24.08.2019)

In Amazzonia sono scoppiati nuovi incendi, anche di vaste proporzioni. L'agenzia spaziale brasiliana ne ha contati 72'000 da gennaio (9'500 dei quali nell'ultima settimana), con un incremento dell'84% rispetto allo scorso anno.

Di fronte a tali numeri, e messo sotto pressione dalla minaccia di sanzioni internazionali e dalle proteste popolari, Jair Bolsonaro ha dunque dato via libera all'impiego dell'esercito, su richiesta dei governatori degli Stati della regione colpita, fino al 24 settembre.

Aerei militari e 44'000 uomini sono già in azione.

Il numero di roghi registrati dall'agenzia spaziale accanto a una mappa diffusa da Global Forest Watch. RSI-SWI

"La foresta amazzonica è una parte essenziale della nostra storia, nel nostro territorio e di ciò che ci fa sentire brasiliani", ha detto Bolsonaro in TV, rispondendo alle decine di migliaia di brasiliani scesi in strada che lo accusano di violare i trattati internazionali e difendere gli interessi del business agroalimentare.

Il presidente ha assicurato "tolleranza zero" anche sulla criminalità ambientale e si è poi rivolto a chi, come Emmanuel Macron, insinua che il leader brasiliano abbia deciso di non rispettare i suoi impegni sul clima e sulla biodiversità e abbia più a cuore gli interessi economici che la conservazione delle foreste.

Una manifestazione venerdì a Rio De Janeiro. Keystone / Marcelo Sayao

"Ci sono incendi in tutto il mondo, quelli in Amazzonia non sono al di sopra della media degli ultimi 15 anni e non giustificano quindi l'imposizione di sanzioni internazionali", ha osservato Bolsonaro, aggiungendo che molti Stati (anche quelli più avanzati) non hanno concretizzato gli impegni sottoscritti con l'accordo di Parigi sul clima.

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Intanto, però, gli incendi in Amazzonia irrompono nell'agenda del G7 che si è aperto sabato sera a Biarritz, in Francia, e che dovrà occuparsi di guerra commerciale USA-Cina e Brexit. 

Il presidente francese Macron. che fa gli onori di casa, ha dichiarato che le sue priorità per il vertice sono la lotta alle disuguaglianze e la salvaguardia dell'ambiente, e ha chiesto la mobilitazione di tutte le potenze per aiutare i Paesi a far fronte all'emergenza: "L'Amazzonia è il nostro bene comune", ha detto.

Da parte sua, in apertura del vertice, il presidente del Consiglio europeo Donald Tusk ha invece fatto riferimento all'accordo commerciale tra Unione Europea e Mercosur, definendo "poco probabile" una ratifica dell'intesa "fin quando il governo brasiliano consentirà la distruzione" dell'Amazzonia.

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Il dibattito sull'opportunità di un trattato di libero scambio è in corso anche in Svizzera, dove il governo ha reso noti i primi dettagli dell'accordo tra l'AELS e lo stesso Mercosur.

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