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Quel viaggio di 45 anni fa sulle tracce di Heidi

Interno della mostra. Museo nazionale svizzero

Per i 45 anni dal debutto televisivo, il Museo nazionale svizzero di Zurigo dedica una mostra al cartone animato di Heidi. La serie tv giapponese del 1974 è per tanti la sola, vera incarnazione dell'orfanella cresciuta col nonno sulle montagne svizzere, nata dalla penna della scrittrice Johanna Spyri. Non a caso, porta le firme dei maestri degli anime.

Questo contenuto è stato pubblicato il 30 agosto 2019 - 11:45
tvsvizzera.it/ri con RSI (TG del 29.08.2019)

Benché si intitoli 'Heidi in Giappone', l'esposizioneLink esterno documenta soprattutto un viaggio inverso: quello che intrapresero quattro tra disegnatori e autori di 'Heidi, la ragazza delle Alpi' nei Grigioni, per poter osservare luoghi e persone della regione in cui è ambientato il racconto e cercare di riprodurre fedelmente come potevano essere nel XIX secolo.

Tra loro, c'erano il compianto Isao Takahata, regista, e Hayao Miyazaki, che disegnò proprio le scene e gli ambienti della serie in 52 puntate.

Il loro impegno fu particolarmente importante perché "questo cartone animato è diventato una finestra attraverso la quale la Svizzera si è fatta conoscere nel mondo, non solo in Giappone", spiega il curatore Hans Bjarne Thomsen.

Layout per la serie di cartoni animati giapponesi "Heidi, la ragazza delle Alpi" trasmessa per la prima volta nel 1974. Yoichi Kotabe

+ La mostra è apertaLink esterno fino al 13 ottobre 2019

La serie televisiva ebbe anche dei detrattori, che la consideravano kitsch. Forse non è un caso che non fu mai trasmessa nella Confederazione, anche se parte dei bambini svizzeri poté vederla grazie alle edizioni tedesca, francese e italiana (quest'ultima fu diffusa dalla Rai nel 1978).

A Zurigo, in questi giorni, c'era anche uno dei quattro giapponesi che nel 1973 visitarono Maienfeld e dintorni. È Yoichi Kotabe, fumettista e animatore che diede un volto ad Heidi, senza neppure immaginare quanto sarebbe diventato iconico. 

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"Per noi era importante fare un buon prodotto", conferma il produttore Junzo Nakajima, "ci siamo impegnati moltissimo nel lavoro di ricerca preliminare, senza pensare ad un eventuale successo".

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