In Italia ha vinto l'astensionismo
Le elezioni regionali italiane che si sono svolte questo finesettimana sono state segnate da un forte astensionismo: in Lombardia e in Lazio quasi i due terzi degli elettori e delle elettrici ha scelto di non votare.
Alle elezioni regionali italiane tenutesi questo finesettimana ha trionfato il centrodestra, ma anche l'astensionismo. In Lombardia, dove il leghista Attilio Fontana ha raccolto il 56% dei consensi, è uscito alle urne poco più del 41% degli e delle aventi diritto di voto. Cinque anni fa la percentuale era del 73,8%. Nel Lazio dati ancora più bassi: solo 37 persone su 100 hanno espresso le proprie preferenze (a Roma il 35%)
Le ragioni di questo disinteresse? "Gli italiani sono stanchi, non ci credono più", "Sentiamo che il nostro parere conta poco" o ancora "Noi non votiamo per dare un messaggio: è inutile che vi candidate, tanto non mantenete le promesse".
"Era già successo alle elezioni politiche. È da tanti anni che gli italiani stanno lanciando un segnale alla politica e stanno dicendo 'Con noi non state parlando più'", ha dichiarato ai microfoni della radiotelevisione della Svizzera italiana il presidente del Consorzio Opinio Italia Livio Gigliuto. Alcune categorie sono state ancora particolarmente assenti dalle urne: i e le gioveni e gli e le abitanti delle periferie. "Segnali molto forti di allontanamento degli italiani dalla politica" secondo Gigliuto.
Elezioni vinte in modo netto dal centrodestra unito. Perse da Cinquestelle, Terzo Polo e da un partito democratico che dopo la sconfitta alle elezioni di settembre, terrà le primarie per il rilancio del partito solo il 26 febbraio. "Le elezioni primarie del PD di solito spingono alla partecipazione, ma dopo che si svolgono. Non si sono però ancora svolte e questo è un ennesimo motivo per cui gli elettori di centrosinistra hanno partecipato un po' meno al voto", spiega Livio Gigliuto.
Recuperare elettori, però, vista l’alta astensione, è tra le priorità di tutti i partiti.
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