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Quelle figurine sul "fantafuturo"

Cacce alle rane giganti su Venere, automobili volanti, ma anche videotelefoni. La rappresentazione dell'anno 2000 contenuta negli album di figurine pubblicati tra i primi del Novecento e gli anni '50 è talvolta bizzarra, talvolta profetica. Ce ne parla Luigi Bona, direttore del WOW - Museo del Fumetto di Milano.

Questo contenuto è stato pubblicato il 19 febbraio 2017 - 09:30
Claudio Moschin

Nel 1901 la rivista parigina Le Pèle-Mèle pubblicava i disegni di un ballo sottomarino datato 2000, romantiche coppie con le teste negli scafandri che accennano passi di danza fra tonni e merluzzi. Invece la caccia sul pianeta Venere, sempre nel 2000, si doveva fare con strani fucili a canna, contro mostri che sembravano enormi rane. Erano tempi in cui la Luna era ancora un satellite lontano. Dei pianeti si conosceva solo il nome. La tv doveva ancora da venire. Per non dire di tutto il resto. Ma si immaginava il mondo come sarebbe stato appunto nell’anno 2000, fatidica data.

Luigi Bona, direttore del WOW tvsvizzera

Sono soprattuto famosi e vecchi album di figurine italiane, americane, inglesi, tedesche e belghe, pubblicati tra i primi del Novecento e gli anni Cinquanta a raccontarci oggi, dopo tanti decenni una sorta di fantafuturo, Per circa 50, 60 anni immaginare il futuro è stato quindi quasi un gioco,  un divertimento, un tentativo romantico di sperare in grandi cambiamenti: oggi questi rari album ci mostrano coloratissime figurine di navi spaziali in viaggio come niente fosse verso pianeti lontani, narrano di incredibili macchine del tempo, di biciclette fra le nuvole, di auto che volano o che vanno sul fondo del mare come niente fosse, di razzi personali su cui sedersi e sorvolare il mondo, di strumenti fantasiosi e solo immaginati ma talvolta… “profetici”. 

Ci sono infatti album con figurine che nei primi del Novecento immaginano case spostabili su rotaie, sistemi per proiezioni oleografiche, tunnel sotto il mare, traduttori simultanei e postini volanti che consegnano pacchi (antesignani forse dei droni di oggi), nonché signore sedute al parco che parlano tenendo in mano strumenti che altro non sono che videotelefoni. Di queste figurine, di questi album, di questi “sogni” ce ne parla Luigi Bona, direttore del WOW – Museo del Fumetto di Milano, grande esperto e appassionato collezionista di album di figurine. Proprio quelle di un tempo in cui “il nostro futuro era ancora tutto da inventare”.

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