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Terrorismo, Mario Mori: "colpire i capi adesso"

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Per combattere il terrorismo serve essere decisi, uniti e incisivi. Così il generale italiano Mario Mori, che venerdì era in Ticino per presentare il suo libro su quella che definisce “la minaccia del secolo”.

Questo contenuto è stato pubblicato il 04 febbraio 2017 - 17:30
tvsvizzera.it/ri con RSI (TG del 03.02.2017)

Protagonista nella lotta al terrorismo durante gli ‘anni di piombo’ in Italia, Mori fu tra i fondatori e comandante del ROS -il reparto speciale contro la criminalità organizzata che arrestò il boss di Cosa nostra Totò Riina- e direttore del servizio segreto S.I.S.De. Ha lottato per cinquant’anni contro mafia e terrorismo.

“Il terrorismo si fronteggia prendendo l’iniziativa”, esordisce il generale. “Non puoi aspettare il terrorista, lo devi andare a cercare e neutralizzare. Perché se lo aspetti hai già perso.”

Mario Mori non ha dubbi: quella contro i terroristi è una guerra. Che il vecchio continente sta perdendo.

“Ormai da tempo in Europa non si ha più voglia di combattere, si cercano vie secondarie per evitare il confronto diretto, e molte volte invece è meglio decidersi subito perché si risparmia tempo, denaro e vite umane.”

All’immobilismo europeo si contrappone, secondo il generale, l’attivismo degli Stati Uniti.

“L’esempio tipico che si può fare è proprio quello degli USA. Loro sanno, hanno definito il fatto che sono in guerra contro il terrorismo islamico. Quindi lo attaccano. Non possono attaccare indiscriminatamente perché sarebbe assurdo. Attaccano i capi. Come? Con i droni, oppure con i reparti speciali.”

Azioni, queste, la cui legalità è tuttavia controversa. Resta che il ruolo che fino a qui hanno giocato gli Stati Uniti potrebbe non essere lo stesso nel futuro.

“Se come sembra il nuovo presidente mette in atto quello che aveva promesso in sede di campagna elettorale, allora dovremo ritenere che gli Stati Uniti per quanto riguarda la difesa del mondo occidentale faranno un passo indietro, e noi dovremo colmare quel vuoto. Nel mondo europeo ci sarà la necessità di aumentare le spese per la sicurezza, e poi di prendere una posizione più attiva e determinata, cioè definire finalmente una strategia e poi perseguirla.”

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