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Quale futuro per Solar Impulse?

Solar Impulse 2 rimarrà in un hangar alle Hawaii fino alla prossima primavera. Solar Impulse/Revillard/Rezo.ch

Il giro del mondo di Solar Impulse 2 è sospeso fino alla primavera dell’anno prossimo. Per far decollare nuovamente l’aereo solare svizzero ci vogliono nuovi investimenti. Ma cosa dicono gli sponsor principali?

Questo contenuto è stato pubblicato il 06 agosto 2015 - 11:00
Susan Misicka, con la collaborazione di Anand Chandrasekhar

«Abbiamo circa 120 persone sul libro paga, più i costi del volo nel 2016. Abbiamo quindi bisogno di circa 20 milioni di franchi», afferma a swissinfo.ch Bertrand Piccard, promotore del progetto. Numerosi collaboratori possiedono contratti temporanei che sarebbero giunti a scadenza a fine estate. Ma, sottolinea l’avventuriero svizzero, «bisogna poter contare su alcuni di loro anche l’anno prossimo. È quindi un’organizzazione completamente nuova. Sarebbe stato più facile finire quest’anno».

Bertrad Piccard dovrà darsi da fare per trovare i soldi. Si dice ad ogni modo fiducioso. «Alcuni partner hanno già comunicato di voler continuare a sostenerci visto che per loro è stato un enorme successo. Il ritardo è addirittura positivo siccome dà loro visibilità su un periodo più lungo. L’avventura ha riscosso così tanto entusiasmo in tutto il mondo che quando riprenderemo l’anno prossimo l’interesse sarà enorme», ritiene Bertrand Piccard.

Il budget iniziale era di 150 milioni di franchi. Tra i sostenitori c’è pure il governo svizzero, il cui aiuto - incluso l’utilizzo degli aerodromi militari di Dübendorf e di Payerne - è stimato a circa 6 milioni di franchi.

Decollato da Abu Dhabi nel mese di marzo, Solar Impulse 2 doveva terminare il suo giro del mondo in agosto dopo diversi scali. Il 3 luglio, l’aereo è atterrato alle Hawaii, a circa a metà tragitto. Durante la storica traversata del Pacifico, durata cinque giorni, le batterie si sono surriscaldate, causando seri danni al velivolo.

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Gli sponsor rimangono a bordo

«Solar Impulse è e rimane uno dei progetti di tecnologia pulita più entusiasmanti. La nostra collaborazione durerà fino al termine del volo attorno al mondo», dichiara a swissinfo Florian Meier, portavoce del fabbricante svizzero Schindler.

Sebbene non sia in grado di fornire alcuna cifra sul contributo supplementare, Florian Meier sottolinea che il costruttore di ascensori, tra i quattro sponsor principali di Solar Impulse, «lavorerà a stretto contatto con Solar Impulse e con gli altri partner per trovare la soluzione adeguata».

Lo stesso vale per il gruppo chimico Solvay, che ha fornito lubrificanti e materiali leggeri. «Quando dodici anni fa siamo stati i primi a firmare con Solar Impulse, c’era soltanto un’idea. Non era nemmeno stato fatto uno studio di fattibilità. Abbiamo seguito tutte le fasi dello sviluppo e tutte le tappe di Solar Impulse dal 2004. Abbiamo integrato e accettato i rischi di un progetto del genere», dice Lamia Narcisse, portavoce di Solvay. «Siamo in contatto quotidiano con il team di Solar Impulse per discutere delle prossime tappe. Cercheremo di elaborare il miglior scenario possibile», aggiunge.

Un altro sponsor di peso, il gruppo tecnologico ABB, conferma che la sua partecipazione continuerà anche nel 2016, senza tuttavia fornire dettagli. «Solar Impulse 2 rappresenta una missione pionieristica che estende i confini della tecnologia e della resistenza umana. Il fatto che ora Solar Impulse sia confrontata con un ritardo dimostra tutta la difficoltà del progetto. Al contempo, il fatto che l’aereo sia andato così lontano, stabilendo diversi record mondiali, evidenzia che la missione era assolutamente valida. Siamo orgogliosi di averne fatto parte. Prendere rischi calcolati senza mettere inutilmente in pericolo la vita umana è tra i fondamenti dell’innovazione. Siamo fiduciosi: la missione verrà completata l’anno prossimo», indica ABB in una risposta scritta a swissinfo.ch.

Il quarto sponsor principale, il fabbricante orologiero svizzero Omega, rimane anch’esso fedele a Solar Impulse. «Sebbene il progetto sarà fermo fino al 2016, Omega continua a dedicarsi fieramente alla missione, senza modificare il supporto tecnico o l’entusiasmo di cui ha sempre dato prova», assicura la società in una risposta scritta. «Sappiamo che un progetto di queste dimensione deve sempre affrontare delle sfide. Quindi appoggiamo la decisione e non vediamo l’ora che l’aereo decolli di nuovo», aggiunge Omega.

Nuove batterie

Teoricamente, Solar Impulse 2 avrebbe potuto continuare a volare. Il rischio di un guasto alle batterie era però troppo elevato. Ora si tratta di migliorare il sistema, in particolare l’isolamento termico e la ventilazione delle quattro batterie, così da evitare un surriscaldamento.

«Abbiamo isolato eccessivamente le batterie e all’inizio del volo tra il Giappone e le Hawaii siamo saliti in quota troppo rapidamente. Le batterie hanno iniziato a surriscaldarsi e a causa dell’eccessivo isolamento non siamo riusciti ad abbassare la temperatura. Ora correggeremo questo errore», indica Bertrand Piccard.

Le nuove batterie dovrebbero essere pronte in settembre o in ottobre. In autunno le giornate saranno però troppo corte per consentire al velivolo solare di proseguire il suo viaggio. Per il prossimo decollo bisognerà dunque pazientare fino alla primavera prossima.

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