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Sfollati in Val Bregaglia, almeno due mesi prima di rincasare

Oltre agli abitanti di Bondo, anche quelli di Spino e Sottoponte, in Val Bregaglia, non potranno rientrare nelle loro case almeno fino a novembre. È stata infatti estesa la “zona rossa”, area considerata direttamente minacciata da ulteriori colate detritiche dopo la frana di Pizzo Cengalo, che ha devastato la valle.

Questo contenuto è stato pubblicato il 04 settembre 2017 - 19:32
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Dovranno passare almeno due mesi prima che la settantina di sfollati di Bondo, Spino e Sottoponte potranno rientrare alle loro case. Queste ultime due località sono state inserite lunedì nella cosiddetta "zona rossa", dove si ritiene alto il rischio che ulteriori colate potrebbero provocare. 

Lo ha comunicato ai diretti interessati lunedì la sindaca di Bregaglia Anna Giacometti, che ai microfoni della Radiotelevisione svizzera si è detta affranta nel vedere la popolazione soffrire e sentire che qualcuno di loro sta pensando di non ritornare del tutto.

Il limite di sessanta giorni è la più ottimistica delle possibilità. A Bondo ci sono infatti tra i 350'000 e i 400'000 metri cubi di materiale da rimuovere per evitare i rischi legati a nuove colate. Gli addetti stimano che presto riusciranno a portare via 10’000 metri cubi di massi e fango al giorno, ma questo solo se la meteorologia darà una mano. 

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