Cala il sipario sulla voluntary disclosure
È scaduto lunedì il termine per regolarizzare i capitali occultati al fisco italiano. L’impatto sulla piazza finanziaria svizzera sembra essere stato limitato. Occorrerà però attendere i risultati definitivi della manovra per stilare un bilancio.
Il termine per l’autodenuncia dei capitali non dichiarati da contribuenti italiani era stato prorogato a fine settembre.
Circa 100'000 titolari di fondi e patrimoni in nero hanno aderito alla sanatoria parziale offerta dal governo italiano, ma in molti casi la regolarizzazione dei capitali non dichiarati è avvenuta attraverso il rimpatrio giuridico degli stessi. Questo significa che risparmi riemersi resteranno in buona parte degli istituti elvetici. Ma regna comunque ancora un po’ di incertezza nella piazza finanziaria svizzera, poiché occorrerà attendere i risultati definitivi della voluntary disclosure per comprenderne meglio l’impatto. Dai primi dati dell’Agenzia delle entrate, non sembra però esserci stato un fuggi fuggi dalla Svizzera.
Si è trattato della quarta manovra operata da Roma negli ultimi 15 anni per tassare capitali sfuggiti all’erario. Con i nuovi criteri dettati dall’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico e sottoscritti da Berna, il sistema bancario elvetico sta dal canto suo cercando di puntare sulla qualità dei servizi piuttosto che sull’afflusso di capitali non dichiarati.
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