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Le donne svizzere tra le privilegiate in Europa?

La riforma Previdenza per la vecchiaia 2020 prevede di allineare l'età di pensionamento di donne e uomini a 65 anni entro il 2021. william87/123RF

L’aumento dell’età di pensionamento delle donne, da 64 a 65 anni, figura tra i punti più combattuti della grande riforma del sistema previdenziale svizzero, sottoposta il 24 settembre al voto del popolo. Le donne svizzere sono però tra le poche in Europa a poter partire in pensione prima degli uomini. 

Questo contenuto è stato pubblicato il 11 settembre 2017 - 15:30

La Svizzera non fa parte da tempo dei paesi all’avanguardia per quanto riguarda i diritti delle donne e la parità tra i sessi. Il diritto di voto ed eleggibilità a livello nazionale è stato accordato alle donne soltanto nel 1971, quando ormai era già in vigore in tutta Europa. La Svizzera è stata anche l’ultimo paese europeo a introdurre, nel 2005, il diritto a indennità per compensare la perdita di reddito dovuta a maternità. Inoltre le donne rimangono tuttora svantaggiate a livello salariale, in quanto guadagnano in media oltre il 18% in meno degli uomini. 

Per quanto riguarda il pensionamento, godono invece di condizioni migliori, dato che l’età legale è di 64 anni per le donne e 65 per gli uomini. E questo benché la speranza di vita sia rispettivamente di 85 e 81 anni. Tra i 28 membri dell’UE solo 8 prevedono ancora oggi una differenza nell’età di pensionamento dei due sessi. Il paese più generoso è l’Austria, in cui le donne hanno diritto a piene prestazioni di vecchiaia a 60 anni, mentre gli uomini devono attendere fino a 65 anni. Da notare però che anche questi 8 paesi, ad eccezione della Romania, hanno già varato nuove leggi destinate ad uniformare l’età di pensionamento – alcuni già tra pochi anni, altri entro il 2040. 

Con un’età di pensionamento di 64 anni, le donne svizzere si trovano oggi nella media europea. In 13 Stati dell’UE l’età legale è superiore, mentre negli altri 15 si situa tra 60 e 63 anni. Questo quadro è però destinato a mutare notevolmente entro pochi anni. L’invecchiamento della popolazione e l’ultima crisi economico-finanziaria hanno spinto numerosi governi a varare importanti riforme per garantire il finanziamento del loro sistema di previdenza per la vecchiaia. Così, quasi tutti i paesi dell’UE hanno già deciso di portare l’età di pensionamento delle donne, e degli uomini, a 65 – 67 anni. Fanno eccezione Francia, Grecia, Repubblica ceca e Romania. 

Mentre la maggior parte dei membri dell’Unione stanno “allineando” i loro regimi pensionistici, a livello mondiale si denotano grandi differenze, legate non soltanto alle scelte politiche e alla situazione economico-sociale, ma in buona parte anche alla speranza di vita della popolazione. Anche a livello internazionale si delinea tuttavia una tendenza all’aumento dell’età di pensionamento delle donne – e degli uomini. 

Contenuto esterno

In Svizzera, il governo e la maggioranza del parlamento intendono aumentare l’età di pensionamento delle donne – da 64 a 65 anni – nell’ambito della riforma Previdenza per la vecchiaia 2020Link esterno, sottoposta il 24 settembre a votazione federale. L’armonizzazione dell’età di pensionamento tra donne e uomini contribuirebbe a garantire il finanziamento del sistema previdenziale, sgravando di 1,3 miliardi di franchi all’anno i conti dell’Assicurazione per la vecchiaia e i superstiti. 

Questa misura figura tra i punti della riforma che suscitano maggiori opposizioni, soprattutto da parte di frange della sinistra e sindacati minori. Ai loro occhi, l’armonizzazione è ingiusta, in quanto le donne sono tuttora vittime di discriminazioni nel mondo del lavoro. Da parte loro, i sostenitori della riforma fanno notare che diverse altre misure sono previste per attenuare l’aumento dell’età di pensionamento delle donne, tra cui un supplemento di 70 franchi sulle nuove rendite AVS. 

Secondo voi è giusto armonizzare l’età di pensionamento delle donne e degli uomini? Partecipate al dibattito lasciando un commento qui sotto. 

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