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La prima volta di Alberto Giacometti in Medio Oriente

Alberto Giacometti in mostra in Qatar: un evento storico per quella che è la prima esibizione dedicata al grande artista svizzero nella regione del Golfo e in tutto il Medio Oriente. A rendere ancora più speciale l’appuntamento è la scelta di affiancare le opere dello scultore grigionese con quelle di Pablo Picasso.

Questo contenuto è stato pubblicato il 09 marzo 2017 - 11:00
Simona Verrazzo
“Donna grande” e “Uomo che cammina” : due delle opere di Alberto Giacometti esposte in Qatar. Keystone

Centoventi lavori, sei sezioni, due anni di ricerche: sono questi i numeri della mostra “Picasso–Giacometti”, in programma fino al 21 maggio alla Fire Station Garage Gallery di Doha, una delle sedi di Qatar Museums, tra i più importanti musei di arte contemporanea al mondo.

La curatrice è Catherine Grenier, direttrice della Fondazione Alberto e Annette Giacometti, che con il Museo nazionale Picasso di Parigi ha reso possibile la maggior parte dei prestiti.

L’esposizione, la prima del genere nel mondo arabo, mette in luce l’amicizia tra i due artisti, nonostante i vent’anni di differenza che li separavano, con Picasso nato nel 1881 e Giacometti nel 1901. Numerose lettere testimoniano il legame forte tra Picasso e Giacometti, che condividevano lo stesso temperamento, la stessa ricerca artistica e due ossessioni: la morte e l’amore.

Essendo la prima mostra nella regione su questo tema, il Qatar Museums ha organizzato una serie di eventi collaterali per far meglio conoscere al pubblico i due grandi maestri del Novecento.

Tra i capolavori di Giacometti esposti a Doha spiccano le sculture “Fiore in pericolo” (1932), “Donna grande” e “Uomo che cammina” (entrambe del 1960). Dell’artista grigionese sono presenti anche rari calchi, disegni recentemente scoperti, fotografie e repliche delle sue opere appositamente realizzate per i visitatori non vedenti.

La sceicca mecenate

La mostra “Picasso–Giacometti” è stata organizzata in un luogo speciale: la Fire Station Garage Gallery di Doha. Costruita nel 1982, è stata la sede dei pompieri fino al 2012, per poi essere ristrutturata e trasformata in un centro di arte contemporanea.

La Fire Station Garage Gallery fa parte della Qatar Museums Authority, l’organismo governativo che riunisce gli spazi espositivi del piccolo emirato. A partire dagli anni Duemila il Qatar ha deciso di investire in un network di musei, arrivando ad avere una delle più grandi collezioni di arte moderna e contemporanea, con un finanziamento medio annuale di un miliardo e mezzo di dollari. Il più importante di questi è il Museum of Islamic Art, costruito su quella che viene chiamata ‘isola dell’arte’.

C’è inoltre grande attesa per la costruzione di un nuovo istituto: il National Museum of Qatar, che avrà la forma di una rosa del deserto. Progettato dall’architetto francese Jean Nouvel, vede la partecipazione dello studio Éric Maria Architectes Associés di Ginevra. 

Dietro a questo miracolo che ha trasformato il Qatar in un punto di riferimento per artisti, galleristi, critici e collezionisti, c’è la sceicca Mayassa al Thani, 34 anni. Giovane sorella dell’attuale emiro, è la direttrice della Qatar Museums Authority. Nel 2013 la prestigiosa rivista ArtReview ha inserito la sceicca Al Mayassa al primo posto tra le 100 personalità più influenti nel settore dell’arte. E’ universalmente considerata tra le più importanti mecenati d’arte del mondo.

La Fire Station Garage Gallery di Doha. Qatar Fire Station

Orsetto gigante in aeroporto

La sceicca Al Mayassa ha dichiarato di voler trasformare il Qatar in un immenso museo a cielo aperto, con le opere al centro di spazi pubblici, così che tutti possano goderne la vista. Si tratta soprattutto di sculture e istallazioni. E anche in questo caso il rapporto con la Svizzera è molto forte.

La prima opera open air scelta è stata quella di Urs Fischer. Si tratta di un enorme orsetto in bronzo, alto 7 metri e pesante quasi venti tonnellate, di colore giallo canarino sormontato da una lampada, da qui il nome Untitled (Lamp/Bear).

Dal 2014 il lavoro dell’artista zurighese è ospitato all’interno dell’Hamad International Airport di Doha. In precedenza si trovava a New York, nella centralissima Park Avenue.

Un membro della famiglia reale del Qatar lo ha acquistato all’asta da Christie’s per quasi 7 milioni di dollari. In breve tempo l’opera è diventata una delle principali attrazioni del nuovissimo aeroporto costato oltre 16 miliardi di dollari. Viene chiamato ‘orsetto gigante’ ed è il primo selfie da fare atterrati in Qatar.

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