Il governo svizzero vara un 'piano B' per la Borsa
Se l'UE non rinnoverà alla piazza finanziaria svizzera il riconoscimento dell'equivalenza, le piazze europee dovranno a loro volta ottenere un riconoscimento per poter continuare a negoziare titoli svizzeri. Lo ha deciso venerdì il Consiglio federale.
Tale riconoscimento supplementare sarebbe rilasciato dalla FINMALink esterno, l'autorità di sorveglianza dei mercati finanziari, e diventerebbe una condizione necessaria per gli operatori esteri dal prossimo 1° dicembre.
Il consigliere federale Ueli Maurer, di fronte alla stampa, lo ha descritto come un piano BLink esterno. Il piano A sarebbe che l'UE riconoscesse l'equivalenza definitivamente e non soltanto per un anno, come ha invece deciso a fine 2017.
Una "discriminazione ingiustificata"
"La Commissione europea, benché la Borsa svizzera ottemperi a tutti i criteri stabiliti, ha deciso di legare il riconoscimento sine die a progressi nel dossier riguardante il futuro accordo istituzionale tra Berna e Bruxelles", ha ricordato Maurer.
Il ministro delle finanze ha sottolineato come il governo sia stato irritatoLink esterno da quella che definì una discriminazione ingiustificata.
Dato anche il nervosismo degli operatori nazionali, ha quindi deciso di varare un piano B ricorrendo al diritto d'urgenza (e cioè con un'ordinanza ai sensi dell'art 184Link esterno della Costituzione federale).
La reazione pacata di Bruxelles
Interpellata dall'agenzia telegrafica svizzera ats, la Commissione europea si è detta a conoscenza dell'annuncio del Consiglio federale e ha detto che la priorità resta progredire in tutti i settori di negoziato per ottenere un accordo istituzionale con la Svizzera.
Dal canto suo SIX, che gestisce la piazza zurighese, riferisce di sostenere in linea di massima l'approccio del governo ma non vuole esprimersi prima di aver esaminato a fondo le implicazioni del piano B.
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