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I lobbisti più potenti? Sono i parlamentari

Sono ancora i rappresentanti del popolo oppure difendono piuttosto gli interessi di aziende e associazioni? Membri del parlamento svizzero discutono nella Sala dei passi perduti della Camera del popolo. Peter Klaunzer / Keystone

I parlamentari svizzeri sono i maggiori lobbisti, secondo uno studio di Transparency International Svizzera. Inoltre si nota un cambiamento a livello di lobbying. Per esempio, le grandi aziende difendono da sole i loro interessi, invece di affidarsi alle potenti associazioni economiche.

Questo contenuto è stato pubblicato il 12 aprile 2019 - 11:00

Questo articolo fa parte di #DearDemocracyLink esterno, la piattaforma di swissinfo.ch sulla democrazia diretta.

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"Come se fossero inseguiti dal diavolo": così ha titolato il quotidiano zurighese Tages-Anzeiger un articolo su un dibattito sotto la cupola di Palazzo federale. E infatti, nel marzo 2018, in una sola settimana il parlamento svizzeroLink esterno aveva approvato una nuova e delicata leggeLink esterno volta a permette l'impiego dei cosiddetti detective sociali.

Come mai tanta fretta? I parlamentari sono conosciuti per la loro acribia e indipendenza quando devono promulgare nuove leggi, una delle principali virtù della democrazia.

La risposta è semplice: a causa del lobbismo. Le casse malati e l'Istituto nazionale svizzero di assicurazione contro gli infortuni e le malattie professionali (SUVA) avevano messo sotto pressione i deputati delle due Camere affinché approvassero una revisione di legge volta a rendere possibile la sorveglianza degli assicurati per combattere gli abusi.

Doppio ruolo

Val la pena analizzare come funziona tale meccanismo, soprattutto in un anno elettorale. Infatti, i rappresentanti del popolo difendono sempre più gli interessi di singoli gruppi o società.

In ottobre, gli elettori dovranno scegliere il nuovo parlamento. I 246 membri eletti rappresenteranno per quattro anni il popolo svizzero. In totale, gli attuali deputati e senatori hanno 2'000 relazioni d'interesse con 1'700 organizzazioni. È quando indica un recente studioLink esterno, pubblicato dall'Organizzazione non governativa Transparency International SvizzeraLink esterno. L'ONG basa tale cifra su un'analisi pubblicata nel corso di questa legislatura dal quotidiano Neue Zürcher Zeitung.

Ciò significa che quando i parlamentari discutono un disegno di legge, integrano l'opinione e gli interessi di 1'700 aziende e organizzazioni nel processo legislativo.

Sempre più mandati esterni

Un parlamentare ha in media otto mandati. In testa alla classifica ci sono un deputato borghese e uno della sinistra: il primo ha 31 relazioni d'interesse, l'altro 29.

Il fenomeno si è accentuato negli ultimi vent'anni. Dal 2000 al 2011, il numero medio di mandati per parlamentare è più che raddoppiato. Tra il 2007 e il 2015 si è registrato un incremento di oltre il 20 per cento.

È un lobbista? O un parlamentare? O ambedue? La linea che separa i due ruoli diventa sempre più sottile. Peter Klaunzer / Keystone

Ritornando al caso concreto della revisione della legge sulle assicurazioni, Transparency International Svizzera indica che i 38 membri delle due Commissioni della sicurezza sociale e della sanLink esternoitàLink esterno (CSSS), che hanno discusso e approvato gli articoli relativi ai detective sociali, hanno 90 relazioni d'interesse.

La 'commissione regina' in fatto di lobbismo è la Commissione dell'economia e dei tributi (CET) del Consiglio nazionale (Camera del popolo). Nell'ambito della consultazione preliminare relativa a una proposta di legge, negli ultimi 15 anni i parlamentari hanno difeso, oltre a quelli del popolo, anche gli interessi di 150-200 organizzazioni o imprese.

Queste ultime tentano quindi di influenzare il processo legislativo direttamente dall'interno, ossia tramite gli stessi parlamentari, invece di inviare i lobbisti nella Sala dei passi perduti.

Minaccia per la democrazia

"In Svizzera, il lobbismo ha assunto dimensioni preoccupanti ", sostiene Alex Biscaro, vice direttore di Transparency International Svizzera. Come coautore dello studio ammonisce che "il lobbismo non è trasparente, non regolato e non equilibrato, ciò che gli permette di influenzare, in maniera antidemocratica, la politica. Tale situazione aumenta pure i rischi di corruzione".

"In Svizzera, il lobbismo ha assunto dimensioni preoccupanti"

Alex Biscaro, Transparency International Svizzera

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Prodotto del sistema di milizia

Com'è possibile che i parlamentari stessi siano dei lobbisti? Un motivo c'è: il sistema di milizia li obbliga a svolgere un'attività professionale, oltre a quella di politico durante le quattro sessioni annuali a Berna.

Stando a vari studiLink esterno, il mandato di parlamentare impegna un consigliere nazionale o degli Stati dal 60 al 90 per cento. 

I rappresentanti del popolo possono quindi assumere un incarico come consulenti indipendenti presso un'azienda. Oppure essere sul libro paga di un consiglio di amministrazione. Tali mandati non sono solo permessi, ma sono addirittura favoriti dal sistema.

"Il lobbismo non è di per sé un male. È legittimo e importante in una democrazia pluralistica e in un sistema di milizia", dice Alex Biscaro, che si batte contro la corruzione.

La Svizzera si è dotata consapevolmente di un apparato parlamentare snello, ma che non offre molto sostegno ai politici di milizia. "I parlamentari hanno quindi bisogno di informazioni e conoscenze concrete e pratiche. Queste ultime sono dispensate da persone che difendono i propri interessi. Idealmente, l'attività di lobbismo da parte di esperti fa in modo che il parlamento formuli e approvi leggi adeguate e attuabili", sostiene Alex Biscaro.

Impronta legislativa

"Ma il lobbismo ha bisogno di trasparenza e regole chiare. In primo luogo si devono conoscere quali interessi particolari vengono difesi. Inoltre ci vuole assoluta trasparenza rispetto alle entrate ottenute con mandati speciali". Poi ci vuole un codice di condotta per i parlamentari e i lobbisti con linee guida in caso di conflitto d'interesse o offerte di vario genere, come regali o viaggi.

"In terzo luogo ci vuole un'impronta legislativa. Quest'ultima permette di sapere a chi ha influenzato quando e come il processo legislativo". La Slovenia o la commissione UELink esterno possono essere prese a modello. "Tengono dei registri grazie a cui è possibile risalire alle attività di lobbismo che hanno influenzato i membri della commissione e la legislazione".

Quasi nessun controllo

I membri del parlamento svizzero indicano i loro mandati nel registro degli interessiLink esterno. Non c'è tuttavia alcuna garanzia sulla completezza dei dati, in quanto l'autodichiarazione non deve essere necessariamente completa visto che non c'è un'autorità di controllo.

Inoltre hanno a disposizione due tessere d'accesso a Palazzo federale, che possono assegnare a chi vogliono. In questo modo i lobbisti possono accedere alla sede del legislativo svizzero dall'ingresso principale.

Se un consigliere degli Stati o del nazionale si è "lasciato comperare" dai lobbisti, il parlamento può togliergli l'immunità. Finora è successo una sola volta nel settembre 2018: l'ex consigliere nazionale democentrista Christian Miesch deve rispondere davanti al Ministero pubblico della Confederazione per sospetta corruzione passiva.

Secondo Viktor Parma, giornalista a Palazzo federale, i casi in cui un parlamentare ha ceduto alle lusinghe dei lobbisti vengono risolti soprattutto attraverso "la via di servizio più semplice", ossia con un 'gentlemen's agreement'.

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In Svizzera, le decisioni delle commissioni vengono prese a porte chiuse e nulla trapela delle discussioni che hanno portato a una determinata decisione. Come mai?

È all'interno delle commissioni parlamentari che si definisce la direzione che prenderanno i successivi dibatti nelle due Camere federali. Per Alex Biscaro è una prassi non trasparente che mette in pericolo la nostra democrazia. "A rischio è soprattutto il nostro sistema referendario, per esempio quando non si conosce chi finanzia le campagne prima del voto per influenzare l'opinione degli aventi diritto di voto".

"Le grandi banche e altri attori hanno ora i loro lobbisti personali"

Viktor Parma, giornalista

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Lobbing su misura

Cambio di prospettiva. Da circa 40 anni, Viktor Parma lavora come giornalista a Palazzo federale. Insieme a Oswald Sigg, ex portavoce del governo svizzero, ha pubblicato un libro sul lobbying classico in parlamento. Soprattutto la politica sanitaria è sottoposta a una martellante pressione da parte dell'industria farmaceutica, in maniera particolare delle multinazionali Novartis e Roche, indica Viktor Parma.

E naturalmente ricorda anche l'attività di lobbying delle casse malati. "Nel caso della revisione di legge sui detective sociali, i parlamentari hanno agito, per così dire, su mandato delle casse malati", sostiene Viktor Parma.

Negli ultimi anni, il giornalista ha notato dei cambiamenti fondamentali: si è passati dal lobbying classico delle grandi associazioni del mondo economico a quello "individuale". Le aziende e le organizzazioni mandano i propri collaboratori a Berna per influenzare il processo legislativo.

Viktor Parma fa un esempio: un tempo il settore finanziario difendeva i propri interessi sotto la cupola di Palazzo mediante l'associazione mantello Swiss BankingLink esterno. A causa dell'enorme pressione internazionale, il mondo bancario svizzero si è frammentato. "Le grandi banche e altri attori hanno ora i loro lobbisti personali", osserva Viktor Parma.

Una situazione analoga si nota anche nel settore della politica economica, l'area in cui si scontrano gli interessi di vari attori. Una volta, l'Unione svizzera del commercio e dell'industria (USCI), denominata anche Vorort, era talmente potente che il suo presidente veniva considerato "l'ottavo consigliere federale". Oggi, EconomiesuisseLink esterno, l'associazione nata dalla fusione di USCI e della Società per il promovimento dell'economia svizzera, ha perso un po' di questo prestigio. Infatti, le aziende agiscono sempre più di propria iniziativa.

"Oggi i lobbisti delle classiche associazioni di categoria fanno po' pena perché devono quasi giustificare la loro attività di lobbying a Palazzo federale", conclude Viktor Parma.

Questi sono i canali dei lobbisti

In Svizzera ci sono vari tipi di lobbisti o di strategie per influenzare il processo legislativo. Ecco una selezione:

All'interno del parlamento federale

● Lobbisti interni: i parlamentari difendono interessi particolari.

● Lobbisti esterni: associazioni e organizzazioni, come aziende, ONG o sindacati, ma anche rappresentanti dei cantoni, cercano di influenzare le decisioni dei parlamentari e di conseguenza le leggi, incontrandoli nella Sala dei passi perduti.

Forme intermedie

● Lobbisti esterni con funzione di collegamento all'interno di organismi parlamentari formali, per esempio come segretari in gruppi d'interesse.

● Lobbisti esterni con funzione di collegamento, come promotori informali all'interno di gruppi di lavoro, circoli di lobbisti ecc.

All'esterno del parlamento federale

 Lobbisti esterni invitano i membri del parlamento a 'eventi informativi', manifestazioni sportive o viaggi.

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