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Su dazi e Russia al G7 si marcia sul posto

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Al vertice del G7 non sembrano essere stati fatti passi avanti per risolvere il contenzioso legato ai dazi introdotti dal presidente americano Donald Trump. E la Russia non ritornerà per ora al tavolo di questa riunione informale.

Questo contenuto è stato pubblicato il 09 giugno 2018 - 14:09
tvsvizzera.it/mar/ats con RSI (TG del 9.6.2018)

Il summit in corso a La Malbaie, in Canada, si conclude sabato e la principale incognita è di sapere se i leader del G7 riusciranno ad accordarsi su un comunicato congiunto.

Il tema più 'caldo' è il commercio. Quello canadese è il primo vertice dopo l'entrata in vigore dei dazi americani sull'acciaio e l'alluminio importati.

Apparentemente ognuno è rimasto sulle sue posizioni. Il presidente francese Macron ha cercato di gettare acqua sul fuoco, dichiarando che "c'è la volontà da tutte le parti di trovare un accordo e di avere un approccio che sia vantaggioso per tutti".

Niente G8, per il momento

I primi ministri e capi di Stato di Stati Uniti, Gran Bretagna, Germania, Francia, Italia, Canada e Giappone hanno inoltre discusso della possibilità di reintegrare la Russia a questa riunione informale organizzata dal 1975. La Russia aveva fatto parte del gruppo (che era così diventato il G8) dal 1998 al 2014, anno in cui ne era stata esclusa dopo l'annessione della Crimea.

La reintegrazione di Mosca – sostenuta da Donald Trump e appoggiata anche dal neopremier italiano Giuseppe Conte – non ha però trovato i favori dei leader europei, che hanno espresso un no unanime, "tenendo però aperta la possibilità di un dialogo con la Russia".

"Un ritorno della Russia non è possibile fino a quando non vedremo progressi sostanziali in relazione al problema ucraino. Questa è la nostra posizione comune", ha precisato la cancelliera tedesca Angela Merkel.

Anche Conte sembra essersi allineato su questa posizione, dopo che gli altri leader UE hanno deciso appunto di mantenere un canale di dialogo aperto. Il suo staff ha spiegato così la posizione italiana: "Non abbiamo voluto strappi ma abbiamo scelto di lasciare un segno e dare la nostra impronta a quel dossier".

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