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Torneranno le domeniche senz'auto, come nel 1973?

RSI-SWI

La crisi energetica provocata dal conflitto in Ucraina ha fatto esplodere i prezzi dell'elettricità. E c'è chi paventa una stretta sui consumi, con misure analoghe a quelle sperimentate quasi mezzo secolo fa, in seguito alla guerra del Kippur. Le immagini dell'epoca dagli Archivi RSI.

Questo contenuto è stato pubblicato il 27 marzo 2022 - 09:53
tvsvizzera.it/spal con RSI (Archivi)

I meno giovani sicuramente non se le sono scordato. Le domeniche in cui pedoni, biciclette, tricicli e molti altri veicoli, rigorosamente non a motore, si sono impadroniti dei centri cittadini e di tutte le altre strade.

Erano le domeniche dell'austerity dell'autunno 1973 in cui in mezzo mondo (in Svizzera furono tre le domeniche "a piedi", il 25 novembre, il 2 e il 9 dicembre) fu proibita la circolazione di auto e moto – mezzi di trasporto pubblico esclusi - a causa della crisi petrolifera provocata dalla guerra del Kippur che era scoppiata il 6 ottobre di quell'anno tra Israele e la coalizione araba (Egitto e Siria).

In seguito a quel conflitto i paesi arabi tagliarono di un quarto la produzione del petrolio facendo lievitare il prezzo del greggio allo scopo di impedire il sostegno occidentale a Tel Aviv.

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Carrellata d'immagini filmate in varie zone del Ticino durante una domenica senz'auto, seguite da interviste con un rivenditore di biciclette e due giornalisti sul significato e il bilancio della giornata, dal punto di vista del commercio e del tempo libero.

Ma di tutte queste implicazioni, le persone che hanno lasciato nell'autorimessa la propria auto durante quelle domeniche si ricordano meno. Sono senz'altro più vivide le immagini dei bambini che hanno occupato indisturbati strade e piazze, solitamente intasate dal traffico, con le loro biciclette. L'asfalto era diventata la superficie di improvvisati incontri di hockey, calcio o gli altri passatempi ludici mentre gli adulti ne hanno approfittato per lunghe passeggiate a piedi.

Quella vicenda è purtroppo tornata d'attualità in questi giorni, con l'aggressione russa all'Ucraina. È passato quasi mezzo secolo, la Guerra fredda è stata nel frattempo archiviata con la caduta del muro nel 1989 – anche se la questione mediorientale resta in alto mare - ma certe logiche geopolitiche regionali sono riaffiorate e tra sanzioni internazionali e minacce di chiusure dei gasdotti russi i prezzi delle fonti energetiche sono di nuovo esplosi mentre il loro approvvigionamento a breve termine non è garantito.

È quindi possibile che, se il conflitto a nord del Mar Nero si protrarrà, i governi possano decidere una stretta sui consumi. E certe scene che si sono viste in quel lontano autunno - e che noi riproponiamo dal Regionale del 27 novembre 1973 dell'allora Televisione svizzera italiana (TSI) – si ripeteranno. Naturalmente senza i jeans a zampa di elefante, gli eschimi e le folte capigliature dell'epoca.

Le domeniche senz'auto in Italia

In Italia sono state cinque le domeniche senz'auto (la prima cadde il 2 dicembre 1973). Nel successivo mese di aprile furono sostituite fino a giugno, dalle domeniche a targhe alterne: circolava solo chi aveva, alternativamente, numeri pari o dispari sul proprio contrassegno di immatricolazione.

Ma l'Austerity ha coinvolto anche altri ambiti: nelle abitazioni il riscaldamento non poteva superare i 20 gradi, mentre l’illuminazione esterna (insegne comprese) era ridotta al minimo. I cinema chiudevano alle 22, e l’ultimo programma televisivo non poteva andare oltre alle 23. Alle 24 chiusura obbligatoria di tutti locali pubblici.

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Recentemente c'è chi ha voluto rilanciare, per motivi eminentemente ecologici, le domeniche con mobilità a basso impatto ambientale. In Svizzera in particolare sono state avanzate varie proposte politiche che non hanno raccolto però il consenso necessario: tra di esse l'iniziativa popolare per dodici domeniche senza veicoli a motore e aerei (1974), un’iniziativa parlamentare per otto domeniche all'anno senz'auto (1977) e l'iniziativa parlamentare per due giornate senz'auto ogni anno (1996), per poi arrivare all'ultima iniziativa popolare per una domenica senz'auto ogni stagione, bocciata dal popolo nel maggio 2003.

Negli scorsi giorni i Verdi svizzeri hanno però ribadito quest'idea, che vorrebbero abbinata a una seconda misura, vale a dire la riduzione della velocità in autostrada a 80 km/h. La discussione è aperta.

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