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Relazioni tra Svizzera e Turchia, situazione delicata

Anche la Svizzera, dopo la Germania, si trova confrontata con una situazione delicata nei confronti della Turchia dal punto di vista diplomatico. Le autorità zurighesi hanno chiesto l’annullamento della visita del ministro degli esteri turco e, contemporaneamente, il Tages Anzeiger ha rivelato che il numero due dall'ambasciata turca a Berna avrebbe chiesto asilo politico nella Confederazione dopo essere stato richiamato in patria, dove rischia il carcere.

Questo contenuto è stato pubblicato il 09 marzo 2017 - 14:26
tvsvizzera.it/Zz con RSI (TG del 09.03.2017)
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L’albergo dove avrebbe dovuto svolgersi l’incontro pubblico con la partecipazione del ministro degli esteri turco Mevlut Cavusoglu ha annullato l’evento. Anche il governo cantonale aveva chiesto la cancellazione del comizio, previsto nel contesto della campagna per il referendum costituzionale turco del 16 aprile, votazione che potrebbe conferire poteri ancora maggiori al presidente turco Recep Tayyp Erdogan.   

Le preoccupazioni dell’Esecutivo cantonale riguardano le misure di sicurezza: “La polizia non ha i mezzi per garantire il buon svolgimento della visita”.

Berna ha però preso posizione, indicando che non intende proibire l'arrivo del ministro. Il principio della libertà di espressione è troppo importante, viene detto, e l'evento previsto non è considerato come un rischio particolarmente elevato.   

Rivelazioni

A rendere ancora più delicata la situazione sono le rivelazioni del quotidiano Tages Anzeiger, secondo il quale il nome del numero due dell’ambasciata turca nella Confederazione, Volkan Karagoz, figura tra quelli dei 408 turchi che hanno chiesto l’asilo in Svizzera dal luglio del 2016, dopo il tentato colpo di Stato avvenuto in Turchia.

Karagoz rischia il carcere in patria poiché sarebbe sulla lista dei funzionari sollevati dalle proprie funzioni per sospetti legami con il predicatore in esilio Fetullah Gulen, considerato da Ankara come la mente dietro il fallito putsch.   

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L'appello di Angela Merkel

Nel frattempo in Germania, dove diversi meeting referendari con ministri turchi sono stati annullati, la Cancelliera Angela Merkel ha lanciato un appello affinché la Turchia “nonostante la situazione difficile, non si allontani ancora di più”.

Parlando poi delle dichiarazioni di Erdogan che ha accusato Berlino di “pratiche naziste” per impedire ai responsabili turchi di fare campagna, la Merkel è stata breve ma decisa: “Sono dichiarazioni tristi e deprimenti. Talmente fuori luogo che non meritano neanche di essere commentate”.

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