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Afghanistan, il DFAE rimanda il volo per i rimpatri

Keystone / Lance Cpl. Nicholas Guevara

La situazione in Afghanistan si fa sempre più incerta, a tal punto che il Dipartimento federale degli affari esteri (DFAE) ha deciso di rimandare la partenza del volo Swiss che doveva partire oggi, sabato, per portare materiale medico, rinforzi per la squadra elvetica già presente sul posto e collaborare ai rimpatri.

Questo contenuto è stato pubblicato il 21 agosto 2021 - 14:30
tvsvizzera.it/mrj

Intanto nel Paese sono entrati nel vivo i colloqui per formare il nuovo regime guidato dai talebani: il mullah Abdul Ghani Baradar e altri esponenti politici sono arrivati a Kabul venerdì in tarda serata.

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All'aeroporto di Kabul i tentativi disperati di fuga dei civili vanno avanti da giorni ormai: un’impresa ad alto rischio visti i controlli, il caos e gli spari sulla folla da parte di uomini in divisa dell'esercito afghano, anche se non ci sono conferme.

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Migliaia di uomini, donne e bambini restano accampati da giorni davanti allo scalo della capitale, in attesa di poter lasciare il Paese, ma le loro speranze si assottigliano sempre di più: anche chi riesce passare i posti di blocco dei terroristi – che fanno passare solo chi detiene un passaporto straniero o un visto – si ritrova poi a dover affrontare lunghe attese. I posti nello scalo sono pochi e gli aeroporti di destinazione - come quello qatariota - si ritrovano spesso al limite della capacità.

La situazione, però, potrebbe presto cambiare: il Pentagono ha infatti confermato che alcuni dei voli di evacuazione di civili andranno direttamente in Europa, soprattutto alla base di Ramstein, in Germania, dove venerdì sera è arrivato il primo di questi voli.

"La credibilità degli USA non è messa in dubbio"

Joe Biden, che venerdì sera si è rivolto alla nazione, ha lasciato intendere che la presenza americana nel Paese potrebbe prolungarsi oltre il31 agosto, la data limite inizialmente prevista: “Valuteremo man mano il da farsi”.

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L’inquilino della Casa Bianca ha voluto anche rispondere a chi ha sostenuto che quanto accade in questi giorni sta colpendo duramente la credibilità degli Stati Uniti: "Nessuno dei nostri alleati ha messo in dubbio la nostra credibilità, anzi: è esattamente il contrario. Ho parlato con Boris Johnson, Angela Merkel, Emmanuel Macron. Nessuno di loro ha messo in dubbio la nostra credibilità. Ci incontreremo al G7 settimana prossima per discutere proprio dell'Afghanistan. Lavoreremo con gli alleati per capire come fare pressione sui talebani: otterranno legittimità e aiuto in base a quello che faranno, in base a quanto bene tratteranno le donne e i più deboli."

Talebani con cui Washington sarebbe in costante contatto e che - ha avvertito Biden - devono rispettare gli impegni per l'incolumità e la sicurezza di tutti coloro che devono raggiungere l'aeroporto.

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