Un secolo e mezzo di lotta contro la sofferenza umana e per la dignità: la Croce Rossa Svizzera, la più importante ONG del paese, celebra il suo anniversario con una grande festa a Berna, il 2 aprile. La sua storia è segnata da azioni umanitarie, ma anche da capitoli bui.
Questo contenuto è stato pubblicato il 01 aprile 2016 - 15:40
Studi in scienze politiche e storia all'Università di Berna. Esperienze presso Reuters, Der Bund, Berner Zeitung e Radio Förderband. Interessato alla pratica della moderna democrazia diretta svizzera in tutte le sue sfaccettature. Sempre al centro: il cittadino.
Le celebrazioni si svolgeranno sulla Piazza federale a Berna e sono rivolte soprattutto ai 4mila dipendenti e ai 70mila volontari della Croce Rossa. Sabato sarà inaugurata anche la mostra itinerante "150 anni CRS", che attraverserà il paese a bordo di un camion.
Fondata nel 1866 – tre anni dopo il CICR – la Croce Rossa Svizzera si è fatta conoscere già dal suo primo intervento nel 1871, durante la guerra franco-prussiana, portando assistenza materiale e sanitaria a 85mila soldati dell’esercito del generale Bourbaki internati in Svizzera. Questo enorme sforzo umanitario è immortalato nel Panorama Bourbaki, alto 10 metri e largo 112, esposto a Lucerna.
Meno glorioso invece l’operato della Croce Rossa Svizzera durante la Seconda guerra mondiale. L’ONG ha infatti sostenuto le missioni sanitarie svizzere sul fronte orientale, in Russia, nella cura dei soldati feriti della Wehrmacht. Gli storici accusano inoltre la Croce Rossa Svizzera di non aver aiutato a sufficienza gli ebrei o di averli perfino consegnati ai nazisti.
(Testo: Renat Kuenzi; Scelta immagini: Christoph Balsiger)
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