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Postfinance: la politica a sostegno degli svizzeri all'estero

Keystone

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Qualcosa si muove nel dossier che irrita maggiormente gli svizzeri all’estero. Per gli espatriati, le spese di gestione di un conto presso una banca elvetica sono troppo elevate. Tutti i tentativi di cambiare questa situazione sono finora falliti. Una mozione inoltrata al governo federale potrebbe ora accelerare le cose.

Questo contenuto è stato pubblicato il 05 luglio 2017 - 10:06
swissinfo.ch

Il testo della mozione “Postfinance anche per gli svizzeri all’esteroLink esterno”, depositata il 3 luglio, è chiaro e conciso: «Il Consiglio federale è incaricato di modificare l’ordinanza sulle poste, in particolare il suo articolo 43, per far sì che gli svizzeri all’estero abbiano accesso ai servizi di Postfinance, compresa l’offerta di carte di credito, a condizioni simili a quelle praticate in Svizzera».

Sostenuta da politici di ogni partito

All’origine della mozione c’è la Commissione della politica estera della Camera del Popolo (camera bassa), composta da deputati di ogni partito. Dal 2008, gli svizzeri all’estero hanno grosse difficoltà a conservare le loro relazioni bancarie in Svizzera. Spesso vengono respinti dagli istituti elvetici oppure devono sostenere spese di gestione del conto superiori a quelle pagate da chi è domiciliato nella Confederazione.

La reazione della commissione fa seguito all’adozione di numerose risoluzioni da parte degli svizzeri all’estero. Postfinance ha infatti annullato tutte le loro carte di credito. Una misura «difficilmente comprensibile» per la commissione, considerato che altre banche continuano ad autorizzare l'utilizzo delle carte all’estero. Questa pratica va contro l’evoluzione della mobilità internazionale, si legge nella motivazione della mozione.

La commissione, così come l’Organizzazione degli svizzeri all’estero (OSELink esterno), rammenta che Postfinance ha una responsabilità particolare nei confronti dei cittadini svizzeri poiché appartiene alla Posta, il cui azionista di maggioranza è la Confederazione.

Pressione dalla camera alta

Il 15 giugno scorso, anche il deputato alla Camera dei Cantoni e vice presidente dell’OSE, Filippo Lombardi, ha depositato una mozione a sostegno degli espatriati elvetici. Il testo, firmato da 35 senatori, chiede al governo di fare in modo che tutti gli svizzeri residenti all’estero possano aprire un conto presso le banche d’importanza sistemica. Attualmente si tratta di UBS, Credit Suisse, Banca cantonale di Zurigo, Raiffeisen e Postfinance.


Il problema dell’accesso alle banche per gli svizzeri all’estero figura già da nove anni al centro delle discussioni ed è uno dei temi più sentiti dal Consiglio degli svizzeri all’estero, il "parlamento della Quinta Svizzera" e organo supremo dell’OSE.

Finora, né le ripetute richieste ai dipartimenti federali, né i contatti presi con le banche svizzere e l'Associazione svizzera dei banchieri hanno però permesso di trovare una soluzione amichevole. La risoluzione del problema deve quindi passare attraverso una modifica legislativa, sostiene l’OSE.

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