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Nessuna apertura del Papa per i preti sposati

Nell'esortazione apostolica postsinodale "Querida Amazonia", Papa Francesco non ha menzionato l'idea di ordinare uomini sposati o donne diacono per il ministero nelle località più remote dell'Amazzonia, come auspicato in ottobre da vescovi della regione.

Questo contenuto è stato pubblicato il 12 febbraio 2020 - 21:05
tvsvizzera.it/mar/agenzie con RSI (TG del 12.2.2020)
Papa Francesco durante la sua visita a Puerto Maldonado, nell'Amazzonia peruviana, nel gennaio 2018. Copyright 2018 The Associated Press. All Rights Reserved.

Nell'esortazioneLink esterno pubblicata mercoledì, il Pontefice denuncia "l'ingiustizia" e i "crimini" perpetrati in nome dell'economia che devastano la foresta amazzonica ed esprime "quattro grandi sogni" – sociale, ecologico, culturale ed ecclesiale – che la regione gli ispira. Tuttavia, non fa alcuna allusione alla controversa richiesta di autorizzare uomini sposati a diventare preti.

Il Papa, 83 anni, non ha quindi modificato la sua convinzione profonda sul fatto che il sacerdozio debba essere una chiamata di Dio, un dono.

La richiesta di ordinare 'viri probati' – uomini sposati di provata fede – era emanata da un Sinodo panamazzonico riunitosi in ottobre. Nella regione, la Chiesa è confrontata con una grossa mancanza di preti itineranti, gli unici che possono amministrare i Sacramenti, e in alcune comunità il sacerdote arriva anche una sola volta l'anno per la messa.

Il Papa nella morsa del fronte conservatore? Ne è convinto il vaticanista Marco Politi. Il servizio della RSI:

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Il Papa non nega che nella sterminata Amazzonia vi sia necessità di preti. Per cercare di risolvere questo problema, si limita però ad invitare i vescovi a "promuovere la preghiera per le vocazioni sacerdotali" e ad "essere più generosi nell'invio di missionari". "Ma ciò non esclude – prosegue – che ordinariamente i diaconi permanenti – che dovrebbero essere molti di più in Amazzonia –, le religiose e i laici stessi assumano responsabilità importanti per la crescita delle comunità e che maturino nell’esercizio di tali funzioni grazie ad un adeguato accompagnamento".

Francesco sbarra la strada anche al diaconato femminile, perché bisogna "evitare di ridurre la nostra comprensione della Chiesa a strutture funzionali". "Tale riduzionismo – avverte – ci porterebbe a pensare che si accorderebbe alle donne uno status e una partecipazione maggiore nella Chiesa solo se si desse loro accesso all'Ordine sacro". Ma in realtà, per il Pontefice, "questa visione limiterebbe le prospettive, ci orienterebbe a clericalizzare le donne, diminuirebbe il grande valore di quanto esse hanno già dato e sottilmente provocherebbe un impoverimento del loro indispensabile contributo".

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