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Un rifugio prer disperati sotto la chiesa

Mentre a Como continua l’emergenza migranti senza un riparo nelle gelide notti di questi giorni, al di là del confine la parrocchia di Chiasso si apre ai disperati senza dimora. Da ieri sera nello scantinato della Chiesa San Vitale martire, a meno di un chilometro dalla dogana stradale della città di confine, viene predisposto uno spazio per accogliere disperati dove questa notte hanno dormito tre senzatetto.

Questo contenuto è stato pubblicato il 13 gennaio 2017 - 16:05

La cronaca di queste ore riporta di clochard morti per assideramento e nella vicina Como ogni notte fino a 100 profughi, bloccati in città in attesa di proseguire il loro viaggio verso nord, vengono soccorsi dai volontari di Como Senza Frontiere e altre associazioni per essere alloggiati provvisoriamente nella parrocchiale di Rebbio (Como).

Numeri più esigui in Ticino dove negli scorsi giorni un paio di persone in difficoltà hanno passato le ore più fredde della giornata nella Stazione di Chiasso. Stranieri, ma in regola con i permessi, che hanno trovato un riparo di fortuna proprio nell’edificio dove nei mesi scorsi sono stati respinte centinaia di profughi, prevalentemente di cittadinanza eritrea, che cercavano di raggiungere il Nord Europa attraverso la Svizzera.

La notizia del bivacco improvvisato ha suscitato reazioni immediate a Chiasso: il deputato cantonale Giorgio Fonio ha promosso, insieme ad alcuni colleghi di diversi schieramenti politici, un’interrogazione al Governo per aprire i rifugi della Protezione civile ai soggetti senza dimora in situazioni di emergenza dal profilo meteorologico.

Ma si sono subito attivate anche associazioni come casa Astra e Pro Filia e infine l’arciprete di Chiasso Don Gianfranco Feliciani. “Possiamo ospitare fino a cinque persone nel seminterrato della Chiesa parrocchiale, utilizzato in passato per le prove del coro”, ha precisato l’arciprete, che intende rendere permanente l’alloggio ricavato nell’edificio religioso.

Un’iniziativa non isolata nel mondo cattolico, dopo che in Vaticano la Chiesa di San Calisto ha aperto le porte ai clochard e negli scorsi giorni per ordini dello stesso Papa Francesco sono le auto di servizio della santa Sede hanno ospitato i senza dimora che non volevano lasciare la strada. E in Ticino è ancora fresco il ricordo della tragica fine poco prima di Natale di un senza tetto italiano, morto nell’incendio divampato nella cantina di un palazzo a Massagno.   

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