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Cantoni, "via tutte le misure contro il Covid"

Conto alla rovescia per il Green Pass? Keystone / Adrian Reusser

La maggioranza dei cantoni è favorevole alla revoca in una sola volta di tutte le misure restrittive introdotte per arginare la pandemia, in particolare quella riguardante l'obbligo del certificato Covid nei locali al chiuso.

Questo contenuto è stato pubblicato il 09 febbraio 2022 - 21:18
tvsvizzera.it/spal con Keystone-ATS

Il giorno previsto per l'abrogazione completa o parziale dei provvedimenti è il prossimo 17 febbraio. Mercoledì è infatti scaduto il termine della consultazione avviata una settimana fa dal governo, che ha delineato due varianti sull'uscita dall'emergenza: revoca in una sola volta o a tappe a dipendenza dell'evoluzione della situazione epidemiologica.

Le autorità regionali hanno fatto pervenire a Berna le loro considerazioni sulle due proposte del Consiglio federale in merito all'imminente normalizzazione della situazione sotto il profilo sanitario, economico e sociale. Solo Basilea Città e Giura ritengono che la revoca immediata di tutte le misure.

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Per le autorità renane sarebbe "una decisione troppo rischiosa in questo momento", alla luce del "carico ancora elevato negli ospedali", e non sono ancora noti gli effetti dei primi allentamenti riguardanti telelavoro e quarantene. Da parte sua il Giura propone di posticipare di una settimana la soppressione dei provvedimenti anti-Covid e di lasciare ai cantoni la possibilità di adottare ulteriori misure.

Il resto dei cantoni, pur con sfumature diverse, propende però per un rapido e completo ritorno alla normalità. Per le autorità glaronesi, analogamente agli altri cantono della Svizzera Centrale, pensano che un'abolizione graduale, così come indicato nella seconda proposta avanzata da Berna, sarebbe troppo complicata e difficile da capire per la popolazione.

Gli altri concordano sostanzialmente con questa valutazione, a condizione però che l'evoluzione epidemiologica dei prossimi giorni lo consenta, vale a dire continui fino a metà febbraio il calo dei contagi e dei ricoveri ospedalieri, hanno affermano ad esempio le autorità vallesane.

In proposito Vaud osserva che la situazione sta passando da una situazione pandemica a una endemica mentre Argovia ritiene che "con un'immunità della popolazione del 90%, che sarà ancora più elevata tra due settimane, è giunto il momento di revocare la maggior parte delle misure restrittive".

Riguardo invece l'obbligo di portare la mascherina in determinati frangenti le opinioni sono meno omogenee. Un certo numero di cantoni, tra i quali Giura, Vallese e Berna, vogliono che la prescrizione venga mantenuta nei trasporti pubblici, nelle strutture sanitarie e nei negozi.

Concorda anche Bellinzona secondo cui questa misura, "ormai entrata nell'uso corrente", è "utile per contenere i nuovi contagi, poco limitativa delle libertà personali e priva di ripercussioni per le attività economiche, sociali e culturali" e per questi motivi andrebbe prorogata fino a metà marzo.

Gli altri Cantoni svizzero-tedeschi sono invece per lo più favorevoli a trasformare l'obbligo in una semplice raccomandazione o a delegarne la competenza alle autorità locali. Altri ancora vorrebbero che l'obbligo venisse mantenuto solo in alcuni ambiti, ad esempio nei mezzi di trasporto o negli ospedali. 

Ora la palla passa al governo che a breve renderà noti i prossimi passi sulla via del progressivo ritorno alla normalità.

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