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Non vi parlate più? La diplomazia svizzera è felice di aiutare

Come la Svizzera funge da intermediario tra USA e Iran

Milioni di persone – secondo la televisione di Stato iraniana – hanno partecipato al funerale a Teheran di Qassem Suleimani, il generale iraniano ucciso il 3 gennaio a Baghdad, in Iraq, in un attacco compiuto dagli Stati Uniti. Keystone

Con l'aumentare delle tensioni tra Iran e Stati Uniti, il ruolo di intermediario della Svizzera sta riacquistando importanza. Ma perché questo piccolo e neutrale paese viene coinvolto in tali conflitti?

Questo contenuto è stato pubblicato il 07 gennaio 2020 - 14:30
swissinfo.ch

Di cosa stiamo parlando?

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Da quando gli Stati Uniti hanno assassinato il generale iraniano Qassem Soleimani, venerdì scorso in Iraq, le tensioni tra il governo statunitense e quello iraniano sono aumentate. Entrambe le parti hanno minacciato pesanti rappresaglie. Lo stesso presidente americano, Donald Trump, ha annunciato via Twitter di essere pronto a colpire 52 obbiettivi iraniani.

Domenica le autorità iraniane hanno convocato il messaggero svizzero che funge da intermediario tra i due paesi. Il Dipartimento federale degli affari esteri (DFAE) ha confermato che l'incontro si è svolto nell'ambito del mandato della Svizzera quale “potenza protettrice”. Il contenuto di questa discussione è tuttavia "riservato", si è limitato ad aggiungere il DFAE.

Cos'è un mandato di potenza protettrice?

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"Quando due Paesi dichiarano guerra, la prima cosa che fanno è interrompere le relazioni diplomatiche. Questo è il più grande errore che possono commettere, ma è quello che succede sempre", ha spiegato l'ex ambasciatore svizzero in Iran, Philippe Welti, in un'intervista a swissinfo.ch del 2013. Quindi, non appena due paesi interrompono le relazioni diplomatiche, hanno bisogno di una terza parte per mantenere un canale di comunicazione con il nemico. Un tipo di mandato che la Svizzera neutrale è in grado di adempiere.

Concretamente, ciò significa che un inviato svizzero funge da messaggero e apre così un canale di comunicazione tra due Stati. Philippe Welti sottolinea che devono essere soddisfatte tre condizioni: "I messaggi devono essere trasmessi 24 ore su 24, la procedura deve essere completamente confidenziale e il messaggio deve essere riportato, anche oralmente, in maniera fedele e imparziale".

Per definizione, il mandato della potenza protettrice è quello di eseguire gli ordini dei paesi rappresentati e nulla più.

Da quanto tempo la Svizzera assume questo tipo di mandato?

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La Confederazione svolse per la prima volta questo ruolo di intermediario durante la guerra franco-prussiana del 1870-1871. Rappresentava in Francia gli interessi del Regno di Baviera e del Granducato di Baden.

La Svizzera è stata particolarmente attiva durante la Seconda guerra mondiale, apparendo come il messaggero ideale per la sua neutralità. Durante questo periodo, ha rappresentato gli interessi di 35 Stati, tra cui alcune delle grandi potenze in guerra, attraverso più di 200 singoli mandati. Attualmente assume sette mandati per Iran, Stati Uniti, Russia, Georgia e Arabia Saudita.

Kai Reusser / swissinfo.ch


Quale ruolo svolge la Svizzera nel conflitto tra Iran e USA?

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La Confederazione rappresenta gli interessi degli Stati Uniti in Iran dal 1980. Quando è stata proclamata la Repubblica islamica dell'Iran, l'ambasciata USA a Teheran è stata presa d'assalto e dei diplomatici statunitensi sono stati tenuti in ostaggio. All'epoca gli Stati Uniti decisero di interrompere le relazioni diplomatiche con l'Iran, ma allo stesso tempo affidarono alla Svizzera un mandato di potenza protettrice.

"La Sezione interessi esteri dell'ambasciata svizzera a Teheran si occupa di tutti i compiti consolari degli USA in Iran. Tra questi ultimi rientrano il trattamento delle richieste di rilascio del passaporto, modifiche dello stato civile o attività di protezione consolare a favore di cittadini e cittadine degli Stati Uniti", indica il DFAE sul suo sito web.

Nell'attuale conflitto, la Svizzera trasmette messaggi confidenziali tra i due paesi. Un canale di comunicazione discreto che può aiutare a trovare compromessi o ad allentare certe tensioni. Ma nulla è garantito.

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