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Una camera singola solo per i membri del governo

Sotto il suolo svizzero si trova un enorme mondo di gallerie, cunicoli, depositi militari, locali della protezione civile e impianti aziendali. Tutti assieme questi sotterranei hanno una lunghezza di 3780 chilometri, pari alla distanza tra Zurigo e Teheran. Una dimensione eccezionale tendendo conto della superficie del territorio elvetico. Un nuovo libro permette di scoprire questo mondo nascosto.

Questo contenuto è stato pubblicato il 27 aprile 2017 - 17:00
La porta di accesso alla cosiddetta "finestra di Bedretto", che avrebbe dovuto collegare il Vallese e il Ticino. Con i suoi 5'550 metri di lunghezza è il tunnel ferroviario più lungo mai utilizzato in Svizzera. kusterfreyfotografie.ch

Attraverso dodici reportage, “Die Schweiz unter Tag”Link esterno (La Svizzera sottoterra), pubblicato dal giornalista Jost Auf der Maur, invita a compiere un appassionante viaggio di esplorazione attraverso tunnel, camere del tesoro, impianti di ospedali e aziende elettriche, laboratori di alta tecnologia, caverne occulte, tra cui anche il segretissimo bunker realizzato per il governo in caso di crisi. L’incontro con questa Svizzera sotterranea svela tra l’altro uno straordinario spirito di difesa del paese nei confronti del mondo.  

L'autore del libro Jost auf der Maur. Tom Haller/Echtzeit Verlag

Città bunker 

La Svizzera sotterranea è curiosa. Con 360'000 rifugi privati e 2’300 locali della protezione civile, come indica il libro, vi è spazio sufficiente per ospitare tutta la popolazione svizzera in caso di catastrofe. Intere città dispongono di propri rifugi sotto il suolo. Le costruzioni realizzate in buona parte già diversi decenni fa dalla protezione civile svizzera sono tuttora agibili e vengono spesso visitati. 

Ad esempio, la città di bunker Sonnenberg, inaugurata nel 1976 sotto il suolo di Lucerna, dopo 6 anni di lavori di costruzione. I bunker, che potrebbero offrire rifugio a 20'000 persone, sono stati realizzati per proteggere la popolazione nel caso di una terza Guerra mondiale. “Se si facesse esplodere questa struttura, salterebbe in aria metà della città di Lucerna”, indica Jost auf der Maur, che commenta con un po’ di ironia: “La Svizzera ha avviato una colonizzazione verso il centro della Terra”. 

La Svizzera diffida del mondo? 

Auf der Maur è un attento osservatore, in grado di cogliere tra l’altro particolarità spesso non evidenti della Svizzera. Nel suo libro lascia tra l’altro trasparire come queste imponenti costruzioni nel sottosuolo rappresentino una reazione mentale del paese al mondo che si trova in superficie. 

La sua affascinante esplorazione penetra non solo nelle profondità della Terra, ma anche in modo profondo nella storia e nella mentalità di una Svizzera rimasta a lungo strettamente legata a questa infrastruttura ermetica e sotterranea. Di fronte a questa gigantesca opera protettiva sorge inevitabilmente una domanda poco lusinghiera: la Svizzera diffida talmente del futuro? “Ciononostante ho sempre voluto scendere in questo mondo costruito sottoterra, in quanto è rappresentativo della Svizzera, è una particolarità unica di dimensione incredibile”, spiega Auf der Maur nel suo libro.

La sede del governo nella roccia 

Un capitolo intero del libro è dedicato al bunker, a prova di bomba, costruito per il governo svizzero a Amsteg, nel canton Uri. Qui, nel “cuore roccioso” della Svizzera avrebbero dovuto trovar rifugio i sette membri del Consiglio federale durante la Seconda guerra mondiale. “Tremila metri quadrati di superficie per uffici e alloggi su due piani, una vera e propria sede governativa nella montagna”. E il tutto provvisto del confort e delle istallazioni necessarie. Le camere da letto erano suddivise in tre classi: consiglieri federali (camere singole), funzionari (camere doppie), personale di servizio (camere multiple con lettini). 

Nel 2002 questa struttura è stata venduta per un tozzo di pane. Il nuovo proprietario, figura nel libro, ha trasformato il bunker in un forziere, in cui una clientela internazionale può depositarvi “oro, argento, platino, denaro liquido, opere d’arte, diamanti e altre pietre preziose”. Un tesoro che non rischia di finire “sotto il controllo fastidioso dell’autorità di sorveglianza delle finanze”. 

10'000 vittime 

Oltre ad essere un ottimo scrittore, capace di gettare uno sguardo critico e storico sulle particolarità elvetiche, Jost Auf der Maur è anche giornalista. In tale veste rivela tra l’altro che la costruzione di questi cunicoli e bunker sotterranei è costata probabilmente la vita a almeno 10'000 persone e altre 50'000 ne sono rimaste segnate per la vita. “Sono cifre paragonabili a quelle di una guerra. Le persone che hanno fatto questa ‘guerra’ per noi venivano quasi tutte dall’estero. È giunto il momento di erigere un monumento di ringraziamento per loro”.

Jost Auf der Maur: "Die Schweiz unter Tag". 144 pagine con fotografie, Echtzeit-VerlagLink esterno.

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