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Brutte notizie per Credit Suisse

La banca finisce di nuovo nel mirino della giustizia statunitense. Il suo ruolo nella crisi dei subprime passerà al vaglio dei tribunali. E non è esclusa una nuova multa miliardaria.

Questo contenuto è stato pubblicato il 27 dicembre 2014 - 21:50

Credit Suisse è accusata di aver ingannato gli investitori fino al 2008, quando in tutta la sua drammaticità scoppiò la bolla dei mutui subprimes. Prospettive illusorie, informazioni nascoste che secondo la procura di New York permisero alla banca di vendere i titoli legati a questi prestiti immobiliari ad alto rischio. Titoli derivati che poi causarono perdite per oltre 11 miliardi di dollari agli investitori.

L'istituto di credito chiedeva di archiviare la causa depositata nel novembre del 2012. È passato troppo tempo dai fatti in questione, sosteneva. Non la pensa così la Corte suprema di New York, che ha respinto il ricorso e autorizzato il procuratore generale a procedere. La decisione è del 24 dicembre, ma è stata resa nota solo il 27 dicembre.

Una decisione che molto probabilmente porterà ad un accordo tra la giustizia statunitense e la banca elvetica. Dopo la multa da 2,6 miliardi di dollari pagata la scorsa estate per la vertenza fiscale, Credit Suisse potrebbe dunque essere costretta a sborsare altri miliardi. Ne ha pagati 17 Bank of America, 13 JPMorgan e 7 Citigroup. Altre banche, al centro della bufera subprimes, che si sono accordate negli ultimi mesi.

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