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“Il Jumbolino era meglio della sua reputazione”

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Questo contenuto è stato pubblicato il 15 agosto 2017 - 16:30
Sandra Schiess, SRF
15 agosto 2017: lo Swiss Avro RJ 100 Jumbolino prima del suo ultimo volo da Ginevra a Zurigo. Keystone

Dopo mezzo milione di voli, la compagnia aerea Swiss manda in pensione i velivoli Avro RJ. Il “Jumbolino” ha svolto martedì il suo ultimo trasporto di passeggeri prima di venire cancellato dalla flotta della compagnia aerea. Il vice capo della flotta Peter Huber ricorda con nostalgia i tempi d’oro di questo aereo. 

Swiss, nata nel 2002 dalle ceneri di Swissair, aveva allora rilevato una ventina di Avro appartenenti alla Crossair, che hanno poi costituito per anni la colonna vertebrale della flotta europea. Questi apparecchi hanno trasportato diverse decine di milioni di persone, soprattutto per brevi collegamenti tra città del continente. 

Il soprannome Jumbolino deriva dalla particolare forma, che ricorda in maniera ridotta un Jumbo 747 della Boeing. Swiss aveva in dotazione soprattutto velivoli del modello Avro RJ100 da 97 posti. Nell'ambito di un recente rinnovamento generale, i Jumbolini sono stati progressivamente sostituiti da Bombardier C-Series. 

In un’intervista alla televisione svizzero-tedesca SRF, il vice capo della flotta Peter Huber rende omaggio a questo velivolo, che considera molto affidabile. 

SRF: Quanto è grande la nostalgia dei piloti il giorno del commiato definitivo dal Jumbolino? 

Peter Huber: Questo commiato suscita evidentemente delle emozioni. Ci vorrà sicuramente ancora un po’ di tempo per superare la nostalgia. 

SRF: Negli ultimi tempi il Jumbolino aveva fatto parlare di sé per le sue panne. Un’immagine corretta? 

P.H.: Per me la reputazione del Jumbolino era sicuramente migliore di quella veicolata dai media, che hanno esagerato la portata di alcune panne. Questo velivolo non lo ha meritato. A livello statistico, l’affidabilità del Jumbolino era altrettanto grande di quella degli altri apparecchi, come l’A-320. 

SRF: Che ne sarà dei velivoli Avro di Swiss? 

P.H.: Alla nascita di Swiss vi erano 21 aerei. Nel frattempo 20 velivoli erano già spariti dalla flotta. Gli apparecchi in contratto di leasing sono ritornati in Inghilterra presso la società di leasing. La maggior parte degli aerei sono stati venduti a un’impresa in Canada che si occupa di manutenzione. Cinque apparecchi sono già stati rinnovati e rimessi in funzione, tre in Sudamerica e due nei Caraibi. 

SRF: Di che cosa si occupa il vice capo della flotta dal momento in cui la flotta non esiste più? 

P.H.: Con la fine della flotta si conclude anche la sua gestione. Mi occuperò ancora per alcuni giorni di lavori finali, tra cui l’archiviazione della documentazione di questo velivolo. Poi da ottobre seguirò corsi di riqualificazione per imparare a volare con i Bombardier C-Series.


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