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Annette: moglie, modella e musa di Alberto Giacometti

Annette e Alberto Giacometti in atelier nel 1951. Ricomposto oggi presso l'Istituto Giacometti, l'atelier sarà spostato nel 2026 all'Esplanade des Invalides, a Parigi. Alexander Liberman/fondation-giacometti

L'Istituto Giacometti di Parigi celebra il centesimo anniversario della nascita di Annette Giacometti, moglie e modella dell'artista svizzero. La donna è stata anche l'archivista dell'immensa opera dell'artista, che sarà presentata dal 2026 nel nuovo Museo Giacometti a Parigi.

Questo contenuto è stato pubblicato il 10 agosto 2023 - 14:50
Mathieu van Berchem, Parigi

Ventitré anni di vita insieme (1943-1966), un'unione libera  senza vincoli e senza figli: la coppia Alberto e Annette Giacometti non corrisponde all'ideale di coloro che sostengono la famiglia tradizionale, molto numerosi ai tempi. 

Sul piano artistico, tuttavia, la fedeltà reciproca della coppia è assoluta. Dal 1943, Annette diventa praticamente l'unica modella (in ogni caso l'unica di nudo) dell'artista grigionese. Dopo la morte di Alberto, Annette riunisce l'opera dell'artista con una perseveranza esemplare.

Annette Arm ha 20 anni e lui 42 quando si incontrano in piena guerra in un'osteria in Place du Molard a Ginevra, città in cui Alberto, nato a Stampa nei Grigioni ma parigino d'adozione, si rifugia nel 1942.

Flirtare con Giacometti non è semplice. Lo scultore le dice subito che continua a frequentare la sua "ex", Isabel, ma al contempo la rassicura. "[Con Isabel] non è la bella vita come tra noi due", le scrive da Parigi poco dopo la guerra.

Un "alloggio sconfortante"

Alberto Giacometti, «Piccolo busto di Annette» (circa 1946), peltro dipinto, 19 x 15,9 x 9,6 cm © Fondation Giacometti Succession Alberto Giacometti / ADAGP Paris 2023

Annette non è il tipo che si lascia scoraggiare, anche quando arriva nel minuscolo atelier parigino di Alberto, nel luglio del 1946. La scrittrice e pioniera del femminismo Simone de Beauvoir, che conosceva bene la coppia, ammira "il modo in cui questa donna molto giovane accetta questa vita; dopo la sua giornata di lavoro come segretaria, ritorna in questo alloggio sconfortante, non ha un cappotto invernale e porta scarpe consumate. Per venire a vivere con lui, ha lasciato la famiglia e le persone che conosce. È molto gentile e lui le è molto legato, ma siccome non è tenero, lei passa momenti difficili".

Nel 1948, Annette lascia il lavoro di segretaria per dedicarsi interamente al ruolo di modella. "Posare per l'artista non è una passeggiata", scrive Thierry Pautot, curatore dell'esposizione all'Istituto Giacometti. "Molto esigente, non tollera il minimo movimento e chi posa per lui assiste per ore e ore ai tormenti della creazione".

Da Parigi a Stampa

Si susseguono i disegni, i dipinti e i bronzi in cui si ritrova la silhouette di Annette, "di corporatura abbastanza atletica, belle anche, seni leggermente cadenti, collo slanciato, viso ovale", la descrive Pautot.

Alberto Giacometti, «Nudo in piedi» (1961), olio su tela © Fondation Giacometti Succession Alberto Giacometti / ADAGP Paris 2023

Annette diventa la musa, l'ideale femminile del lavoratore ossessivo che è Giacometti, il quale, a forza di scolpire e dipingere notte e giorno, perde un po' il senso della realtà, come testimonia questo dialogo che ci riporta Patout:

La sera al bar, Giacometti ritrova Annette, che ha posato per lui tutto il giorno. "Allora come va?", chiede l'artista, "non ci siamo visti oggi". "Ma sì, invece, ho posato per te per ore!". Giacometti ritraeva la sua musa, non la moglie, spiega il curatore.

Nel 1949 si sposano e Alberto può finalmente presentare Annette alla madre Annetta, intransigente sulle convenzioni. Annetta accoglie bene la nuora. "Sono molto contenta di sapere che siete tutti e tre entusiasti delle vostre opere", scriverà ad Annette, ad Alberto e all'inseparabile fratello Diego. "Dico le 'vostre' opere perché vedo al contempo la stella e i suoi due satelliti appassionati per il proprio lavoro", aggiunge.

"Nulla mi è più estraneo della gelosia"

"Satellite", ma non per questo sottomessa. Annette vive la sua propria vita sentimentale, per esempio con il filosofo e critico d'arte Isaku Yanaihara, ammiratore incondizionato del lavoro di Giacometti. Al giovane giapponese che gli confessa il suo "crimine", Alberto risponde: "Nulla mi è più estraneo della gelosia. Questo sentimento che fa del marito, della moglie, dell'amante una cosa a parte che vuole possedere le persone come fossero cose, che vuole dominarle, incatenarle … non c'è peggior attacco alla libertà".

Insomma, per Giacometti l'amore deve essere libero, ma esige obbedienza quando si posa per lui. Anche se Annette prende le distanze e si trasferisce altrove a Parigi, lo segue ovunque, fino a New York nel 1965 dove un Giacometti ammalato presenta le sue opere al Museo d'arte moderna.

Dopo la morte dell'artista nel 1966, Annette si lancia in un immenso lavoro di raccolta delle opere e di creazione di un catalogo. Fa smontare i muri del piccolo atelier del XIV arrondissement di Parigi e getta le basi per la Fondazione Alberto e Annette Giacometti.

Un futuro grande museo

L'atelier non ha terminato il suo periplo: ricomposto oggi all'Istituto Giacometti, sarà trasferito nel 2026 nelle sale del futuro Museo Giacometti e lascerà il suo modesto, ma affascinante, XIV arrondissement per troneggiare sull'Esplanade des Invalides. La nuova sede del museo sarà un magnifico edificio del 1900, costruito per l'esposizione universale e diventato in seguito una stazione ferroviaria e più tardi sede di Air France.

L'edificio che ospiterà il Museo Giacometti dal 2026, l'ex gare des Invalides. Mathieu van Berchem

“Con più di 10'000 opere, la Fondazione possiede la più grande collezione di Giacometti con quella della Kunsthaus di Zurigo", indica la sua segretaria generale Soizic Wattinne. Il piccolo Istituto Giacometti di Parigi, con i suoi 350 metri quadrati, non è più sufficiente visto l'interesse che il lavoro dell'artista continua a suscitare.

Nei 7'000 metri quadrati dell'ex gare des Invalides ci saranno spazi espositivi, una scuola e gli uffici della fondazione. Al centro del "Triangolo d'oro" dei musei parigini (Grand Palais, Musée d'Orsay, etc.), la futura sede promette di essere molto frequentata. "L'edificio è bello ma è in cattivo stato", spiega Wattinne. Bisognerà ristrutturarlo rispettando i canoni odierni, in particolare dal punto di vista ambientale".

Chissà se ad Annette (morta nel 1993), che aveva conosciuto l'atmosfera un po' spartana ma calorosa dell'atelier in rue Hippolyte-Maindron, sarebbe piaciuto vedere l'opera del marito esposta nel cuore della Parigi più sfavillante.  

Esposizione: Annette en plus infinimentLink esterno, presso l’Istituto Giacometti di Parigi, fino al 27 settembre 2023.

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