Un robot nei campi per dosare correttamente i prodotti
Un'agricoltura senza pesticidi? Pochi contadini ci credono. Quindi, se si devono utilizzare questi prodotti, si potrebbe almeno spanderne il meno possibile nella natura. E la robotica può essere d'aiuto.
Galmiz, nel cuore del Seeland, una regione dove si mescolano i territori dei cantoni di Friburgo, Vaud e Berna, è un'ex palude diventata l'orto della Svizzera: qui è coltivato un quarto degli ortaggi prodotti nella Confederazione.
Un'insolita folla ha invaso uno dei campi di insalate di Thomas Wyssa. Oltre alla stampa specializzata e locale, sono presenti rappresentanti dell'Unione svizzera dei produttori di verdura (USPVLink esterno) e di altre associazioni di agricoltori, ma anche degli istituti di ricerca AgroscopeLink esterno (federale), GrangeneuveLink esterno (cantonali) e FiBLLink esterno per l'agricoltura biologica - tutti partner con esperienza.
Fonte di tanto interesse è il congegno, ancora poco diffuso in Svizzera, di cui è dotato il trattore che sta per attraversare una striscia di quattro file di lattuga. Proveniente dai Paesi Bassi, questo irrigatore robotizzato e diserbante sarebbe una delle soluzioni del futuro per un'orticoltura molto più rispettosa dell'ambiente.
Esattamente quel che ci vuole
Pilotata da uno schermo nella cabina del trattore, dotata di telecamere di riconoscimento a terra, la macchina sa essere molto efficiente, senza mai esagerare. Mentre le lame affilate tagliano le erbe infestanti, gli ugelli rilasciano su ogni insalata (e non a lato) la necessaria microdose di prodotto (e non una goccia in più).
Per ora la macchina è in fase di test e si accontenta di versare acqua. Ma il risultato è convincente. Su una striscia larga 1,50 metri e lunga 100 metri, spruzzerà solo 0,9 litri di liquido, contro 2,5 per una spruzzatura su tutta la striscia e 9 litri per una spruzzatura "alla cieca" su tutto il campo. Per non parlare della spruzzatura con un aereo o un elicottero, che comunque non è molto praticata in Svizzera.
"È solo l'inizio, ma speriamo che nei prossimi due o tre anni, con gli sviluppi e la garanzia di risultati positivi, il numero si moltiplicherà", spiega Jimmy Mariéthoz, direttore dell'USPV. "Si percepisce che c'è interesse nel settore", conferma Thomas Wyssa. 25 anni fa, quando ho iniziato con l'irrorazione mirata, nessuno la voleva, mentre ora tutti vengono per vedere questa nuova tecnologia.
Tuttavia, "non è ancora domani che vedremo raccolti fatti dai robot" ride l'orticoltore.
Due volte no
Il coltivatore e i suoi colleghi approfittano dell'occasione per dichiarare la loro opposizione alle due iniziative popolari "Acqua potabile pulita e cibo sanoLink esterno" e "Per una Svizzera senza pesticidi sinteticiLink esterno". Secondo questi agricoltori già ampiamente convertiti alla produzione biologica, gli obiettivi dei due testi sono lodevoli, ma i mezzi previsti sono troppo radicali.
"Nessuno tratta con pesticidi i suoi raccolti per piacere", aggiunge Jimmy Mariéthoz. Lo si fa semplicemente lottare contro le malattie e i parassiti e per garantire la qualità".
Per robot "swiss made"
Un conto è usare i robot in agricoltura, un altro è fabbricarli nel Paese. A Yverdon-les-Bains, nel cantone di Vaud, ecoRobotixLink esterno dal 2011 sviluppa piccoli congegni su ruote, autonomi, a energia solare, in grado di rilevare e distruggere le erbacce in modo efficiente, economico ed ecologico, con microdosi di erbicidi.
Nel 2016 la start-up ha raccolto con successo i primi 3 milioni di franchi e a fine maggio ha annunciato di aver raccolto oltre 10 milioni di franchi per "affrontare la seconda fase della sua esistenza, che significa diventare un'impresa commerciale internazionale". Il denaro è stato raccolto presso fondi d'investimento orientati sull'agricoltura e sull'innovazione.
La piccola azienda svizzera punta niente di meno che sul mercato mondiale del diserbo, che complessivamente vale diversi miliardi di dollari.
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