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«Siamo in un certo qual modo la Davos dell'alta orologeria»

La 28a edizione del Salone internazionale dell’alta orologeria (SIHH) si svolge dal 15 al 19 gennaio 2018 a Ginevra. Keystone

Originariamente, il Salone internazionale dell’alta orologeria (SIHH) era la vetrina del super lusso del gruppo Richemont. L’evento ginevrino si è però ingrandito. Dai dieci espositori nel 1990 è passato ai 35 di oggi e l’SIHH riesce persino a sottrarre delle marche al suo concorrente Baselworld. Intervista alla direttrice Fabienne Lupo.

Questo contenuto è stato pubblicato il 17 gennaio 2018 - 13:00

swissinfo.ch: Dopo due anni difficili, l’orologeria svizzera è tornata a crescere nel 2017. Una ripresa che si percepisce anche alla 28a edizione dell’SIHHLink esterno?

Fabienne Lupo: Con una crescita delle esportazioni orologiere di circa il 3% nel 2017, siamo in effetti di fronte a un segnale di ripresa. Tra gli espositori c’è una bell’atmosfera e le prospettive sono piuttosto favorevoli. Sebbene prevalga la prudenza, si percepisce chiaramente la ventata di ottimismo che soffia sul salone.

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swissinfo.ch: Quali sono le tendenze che si delineano in materia di novità orologiere?

F. L.: I modelli eccezionali che fanno la fortuna dell’alta orologeria, e in particolare gli orologi che mettono in avanti le professioni artistiche, sono sempre presenti all’SIHH. Osserviamo però anche un ritorno al classicismo e alla semplicità, con la presentazione di modelli venduti a prezzi più abbordabili. Un’altra tendenza che si delinea è la reinterpretazione di modelli iconici in acciaio. L’alta orologeria è infatti a sua volta confrontata con l’esplosione della moda del vintage, che ha già toccato altri settori del lusso.

La 28a edizione del Salone internazionale dell’alta orologeria (SIHHLink esterno) si svolge dal 15 al 19 gennaio 2018 a Ginevra. Quest’anno sono presenti 35 marche orologiere, sei in più rispetto all’anno scorso. Il gruppo Richemont è il più rappresentato con 11 marche. Assieme a Baselworld, che si tiene a fine marzo a Basilea e che riunisce una gamma più vasta di attori del settore, l’SIHH è considerato uno dei due principali saloni degli orologi di lusso in Svizzera.

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swissinfo.ch: Ciò significa che in questi ultimi anni gli orologiai hanno esagerato con i prezzi e che ora stanno ritornando verso una certa modestia?

F. L.: No, non si può parlare di esagerazione. È però vero che i prodotti presentati quest’anno sono stati sviluppati in un periodo più difficile per il settore. Di conseguenza, i modelli sono venduti a prezzi più ragionevoli.

swissinfo.ch: Vi intravvede anche una volontà di raggiungere una clientela più giovane?

F. L.: Sì, senza dubbio. Alcuni studi mostrano che il 50% della clientela dell’industria del lusso ha meno di 30 anni. Bisogna concentrarsi su questa nuova generazione, parlarle direttamente e raggiungerla con i mezzi di comunicazione che le sono propri.

swissinfo.ch: Il vostro salone si apre al pubblico per il secondo anno consecutivo. Un’evoluzione ineluttabile?

F. L.: Sì, le marche orologiere hanno bisogno di avere un contatto diretto con i loro clienti. È il miglior modo per comunicare sul loro savoir-faire e il loro DNA. L’anno scorso, la prima giornata della storia dell’SIHH aperta al pubblico ha avuto molto successo, con oltre 2'500 visitatori iscritti. Quest’anno pensiamo di accogliere ancor più persone, sebbene la maggior parte dei visitatori sia domiciliata nella regione.

swissinfo.ch: Oggigiorno, le grandi marche di orologi di lusso sono sempre più propense a vendere su Internet. Un salone come quello ginevrino ha ancora senso?

F. L.: Più che mai! Non conosco nessuno che acquista un orologio di alta gamma senza prima averlo visto e provato. Siamo pur sempre degli esseri umani che hanno bisogno di confrontarsi e di incontrarsi. Per il ramo, l’SIHH è l’occasione di ritrovarsi una volta all’anno nello stesso posto. Siamo in un certo qual modo la Davos dell’orologeria.

Un salone più aperto e vicino al grande pubblico: è l'auspicio di Fabienne Lupo, direttrice dell'SIHH. PPR/Valentin Flauraud

swissinfo.ch: L’SIHH beneficia delle difficoltà incontrate da Baselworld, il più grande salone orologiero al mondo, che ha perso numerose marche e molti fornitori orologieri?

F. L.: Non credo. Il nostro salone esiste da 28 anni e rimaniamo fedeli alla nostra politica. Ci focalizziamo sulla gamma dell’alta orologeria e privilegiamo la qualità alla quantità, indipendentemente da ciò che succede a Baselworld.

swissinfo.ch: Tuttavia, contrariamente a Baselworld, l’SIHH è in costante espansione. State lentamente mettendo in ombra la grande rassegna basilese?

F. L.: Non abbiamo la pretesa di mettere in ombra nessuno. Tracciamo la nostra via in modo serio e professionale, ingrandendoci in maniera misurata e controllata. I nostri valori sono condivisi da numerose marche dell’alta orologeria. È per questo che oggi vengono da noi.

swissinfo.ch: Ma c’è davvero posto per due grandi saloni orologieri in Svizzera?

F. L.: È una buona domanda. Noi ci concentriamo sul ramo specifico dell’alta orologeria, mentre Baselworld raggruppa potenzialmente tutti gli attori del settore. In effetti, però, sarebbe sensato avere un solo appuntamento in Svizzera per tutti gli attori dell’alta orologeria.

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