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Semaforo verde per un secondo tunnel stradale del San Gottardo

Dal sondaggio dell'Istituto gfs.bern emerge un chiaro sì al raddoppio della galleria stradale del San Gottardo. Reuters

I quattro oggetti in votazione popolare il prossimo 28 febbraio raccolgono una maggioranza di opinioni favorevoli, secondo il primo sondaggio SSR. Ma soltanto il raddoppio della galleria stradale del San Gottardo sembra già acquisito. L’esito degli altri temi, in particolare l’attuazione dell’espulsione dei criminali stranieri, rimane aperto.

Questo contenuto è stato pubblicato il 22 gennaio 2016 - 17:00
swissinfo.ch

Realizzato su mandato della Società svizzera di radiotelevisione (SRG SSR), il sondaggio dell’Istituto gfs.bern mostra che il progetto di costruzione di un secondo tubo al San Gottardo può contare su un ampio sostegno: il 64% delle persone interrogate è favorevole al raddoppio, il 29% è contrario.

Coloro che non hanno ancora un’idea precisa in merito sono soltanto il 7%, «ciò che mostra che la formazione dell’opinione è già ben avanzata», commenta Martina Mousson, politologa e ricercatrice dell’istituto bernese.

A meno di un dossier segreto…

Il progetto prevede la costruzione di una nuova galleria per garantire il traffico stradale nord-sud e non isolare il Ticino durante i lavori di risanamento del tunnel esistente. Ma una volta terminati i lavori, il traffico attraverso le Alpi non verrà aumentato, promette il governo svizzero. Nelle due gallerie verrà aperta un’unica corsia per senso di marcia. Questa soluzione permetterà di evitare gli incroci, ciò che migliorerà la sicurezza.

Le due regioni direttamente interessate dal progetto sono favorevoli al raddoppio. In Ticino, il 76% degli intervistati afferma di voler votare per il secondo tubo. La percentuale è del 66% nella Svizzera tedesca. Più lontana, la Svizzera romanda è un po’ più divisa, sebbene la maggioranza (53%) sia favorevole al progetto.

A livello politico, non sorprende che i sostenitori del raddoppio diventino sempre più numerosi man mano che ci si sposta verso la destra dello scacchiere politico, con degli estremi tra gli ecologisti (contrari al 70%) e la destra conservatrice (favorevole all’80%).

A parte la Svizzera romanda, dove il 23% degli intervistati non ha ancora un’opinione sulla questione, gli indecisi sono rari nella Svizzera tedesca (3%) e in Ticino (7%). In queste condizioni, ci sono poche probabilità che il fronte degli oppositori riesca a ribaltare la situazione entro fine febbraio.

«Ci vorrebbe un avvenimento estremo per invertire la tendenza, tipo la pubblicazione di un dossier segreto della ministra dei trasporti Doris Leuthard», dice con ironia Martina Mousson.

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Ottima partenza, ma quale arrivo?

Le prospettive sembrano buone anche per l’iniziativa “No agli svantaggi delle coppie sposate”. Lanciata dal Partito popolare democratico (PPD, centro), chiede che il matrimonio non sia svantaggiato rispetto ad altri modi di vita in materia di imposte e di assicurazioni sociali.

Secondo il sondaggio, il 67% delle persone interrogate sostiene la proposta, il 21% è contrario e il 12% non si è ancora fatto un’opinione. Inoltre, gli intervistati che si dichiarano vicini a un partito di governo, così come quelli che non sono legati ad alcun partito, sono prevalentemente favorevoli.

Sebbene l’esperienza mostri che il fronte dei sostenitori abbia quasi sempre tendenza a indebolirsi con l’avanzare della campagna, si tratta di «un’ottima partenza», commenta Martina Mousson. I ricercatori dell’istituto gfs.bern ritengono comunque che l’esito del voto «non è chiaro».

Iniziative simili hanno dimostrato che le cose possono cambiare. Nel 2013, un’iniziativa che chiedeva riduzioni fiscali per i genitori che accudivano personalmente i figli, e che raccoglieva il 64% dei consensi durante il primo sondaggio, è stata poi respinta alle urne dal 58,5% dei votanti. L’anno scorso, l’iniziativa per la defiscalizzazione degli assegni per i figli è stata respinta dal 75,4% dei votanti, quando era invece stata sostenuta dal 52% dei partecipanti al sondaggio.

Nessun effetto Colonia

L’incertezza avvolge anche l’iniziativa dell’Unione democratica di centro (UDC, destra conservatrice) che chiede l’attuazione effettiva delle espulsioni dei criminali stranieri. Dal sondaggio emerge un risultato abbastanza equilibrato con i favorevoli al 51%, i contrari al 42% e gli indecisi al 7%.

Sondaggio SRG SSR

Il sondaggio è stato realizzato dall’istituto gfs.bern su mandato della Società svizzera di radiotelevisione SRG SSR, di cui fa parte anche swissinfo.ch.

Per l’indagine demoscopica, i ricercatori hanno intervistato un campione rappresentativo di 1'213 persone con diritto di voto tra l’11 e il 15 gennaio 2016.

Gli svizzeri all’estero non sono stati considerati per il sondaggio. Il governo elvetico ha infatti deciso che le coordinate degli espatriati non possono essere comunicate per ragioni legate alla protezione dei dati.

Il margine di errore è di +/- 2,9%.

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Anche per questo oggetto, i politologi prevedono un risultato risicato il 28 febbraio «con un vantaggio di al massimo 3 punti percentuali per una parte o per l’altra», afferma il responsabile dell’istituto Claude Longchamp.

«Se la mobilitazione aumenterà, questo favorirà i sostenitori dell’iniziativa», puntualizza. Con l’eccezione dell’UDC, tutti i grandi partiti respingono l’iniziativa. La tendenza minoritaria in seno ai partiti aumenta però con la partecipazione. L’accettazione di questa iniziativa dipende quindi molto dalla mobilitazione».

Per il momento, il tasso di partecipazione si annuncia alto: il 48% degli intervistati si dice «certo» e il 38% «piuttosto certo» di partecipare alle votazioni del 28 febbraio.

Gli avvenimenti di Capodanno alla stazione di Colonia, dove degli uomini di origine straniera hanno commesso una serie di aggressioni a sfondo sessuale contro numerose donne, non hanno invece avuto un impatto sugli intervistati, secondo l’istituto. «Le persone sapevano già da tempo ciò che voteranno», spiega Claude Longchamp.

Meccanismo sfavorevole alla sinistra

Ci sono invece pochi dubbi sull’esito dell’iniziativa “Contro la speculazione sulle derrate alimentari”. La proposta della Gioventù socialista, secondo cui gli istituti finanziari attivi in Svizzera non possono più investire in strumenti finanziari legati ai prodotti alimentari, non dovrebbe avere molte possibilità di successo.

Certo, gli intervistati favorevoli all’iniziativa (48%) sono più numerosi dei contrari (39%). Ma come succede per la maggior parte delle iniziative, il fronte dei sostenitori dovrebbe sciogliersi come neve al sole con l’avanzare della campagna.

«È un meccanismo classico», rammenta Claude Longchamp. «Le iniziative della destra conservatrice possono a volte sfuggirvi a causa del loro carattere protestatario. Le proposte tipiche della sinistra subiscono invece in pieno questo effetto, anche quando gli avversari non sono molto combattivi».

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