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Opinione

«Non mettiamo a repentaglio il nostro approvvigionamento energetico liberale, sicuro e a buon mercato»

La nuova legge sull’energia costa un patrimonio, fissa obiettivi irraggiungibili e comporta imposizioni senza precedenti per i cittadini. Invece di risolvere gli attuali problemi di approvvigionamento elettrico, li accentua ulteriormente, scrive Lukas Weber, direttore di Alliance Energie.

Questo contenuto è stato pubblicato il 11 aprile 2017 - 14:00

Il nostro paese dispone oggi di un eccellente approvvigionamento energetico. La nuova legge sull’energia, anche nota come Strategia energetica 2050Link esterno, sconvolgerà questo sistema, con pesanti conseguenze.

Costo: 200'000'000'000 franchi!

Le spese per l’elettricità aumenteranno notevolmente. Le sovvenzioni statali per l’elettricità prodotta da sole e vento ammontano oggi a 800 milioni di franchi all’anno. Una cifra che, in caso di accettazione della nuova legge sull’energia, salirà a 1'200 milioni. A pagare saranno i consumatori, tramite la bolletta per l’elettricità.

Se la strategia energetica verrà accolta, i politici potranno aumentare questi finanziamenti al fine di raggiungere gli smisurati obiettivi di sviluppo delle energie rinnovabili previsti dalla legge. Si dovranno costruire 1'000 eoliche di un’altezza di 200 metri - due volte più grandi del duomo di Milano - ciò che deturperà il nostro bel paese.

Lukas Weber ha studiato elettrotecnica al Politecnico federale di Zurigo e ha conseguito un dottorato in analisi energetica. Dal 2012 al 2013 ha lavorato presso l’azienda elettrica della città di Zurigo. È titolare dell’agenzia di consulenza Agentur E ed è direttore della rete Alliance Energie, la quale ha lanciato un referendum contro la nuova legge sull’energia assieme a un comitato interpartitico guidato dall’Unione democratica di centro. alliance-energie.ch

Secondo il Consiglio federale [governo svizzero, ndr], i costi totali della trasformazione del sistema energetico ammontano a ben 200 miliardi di franchi. Si tratta di 600 franchi pro capite all’anno per un periodo di 30 anni o del costo di dieci ferrovie transalpine!

Consumare come 50 anni fa…

La legge sull’energia ci costringerà a ridurre drasticamente i consumi. Ma la Svizzera è già oggi uno dei paesi con la più alta efficienza energetica! In base alla legge, dovremo praticamente dimezzare il nostro consumo energetico e tornare ai valori degli anni Sessanta.

Tuttavia, la legge non dice come raggiungeremo tale livello. In caso di un sì alle urne, i politici potranno deciderlo in un secondo tempo, senza chiedere al popolo. È evidente che ciò condurrà a drastiche norme e a infiniti tributi.

Lo Stato interferisce nella nostra sfera privata. Verranno ad esempio vietati i nuovi riscaldamenti a nafta. L’introduzione di direttive più severe per gli edifici farà aumentare i prezzi degli alloggi. La possibilità di viaggiare in automobile o di volare verrà limitata dalle spaventose tasse sul carburante auspicate dai Verdi.

Inoltre, la sicurezza dell’approvvigionamento elettrico verrebbe seriamente minacciata. La produzione irregolare di corrente a partire da sole e vento non può coprire il nostro fabbisogno. Per compensare le fluttuazioni ci vorrebbero degli immensi accumulatori, che però non esistono e costerebbero una cifra enorme. In inverno, quando la domanda di elettricità è particolarmente elevata, c’è il rischio di blackout in tutto il territorio. Sole e vento producono infatti poca corrente e i nostri vicini, che pure stanno cambiando il loro approvvigionamento energetico, non potranno più fornire elettricità.

La Svizzera dovrebbe costruire delle centrali a gas. Lo ha previsto il Consiglio federale, che però al momento preferisce tacere. È evidente che delle nuove centrali a gas, così come l’importazione di elettricità tedesca prodotta col carbone, comporteranno un aumento delle emissioni di CO2.

L’alternativa

Al momento, sui nostri fornitori di elettricità incombono minacce di un fallimento e di una nazionalizzazione. Il prezzo dell’elettricità aumenta e in inverno dipendiamo sempre più dalle importazioni di corrente. La strategia energetica non risolve nessuno di questi problemi e, anzi, li accentua ancora di più.

La soluzione è quindi questa: respingere la legge sull’energia per evitare ulteriori danni e incaricare immediatamente il Consiglio federale di adottare misure di emergenza temporanee ed efficaci, in particolare a sostegno dell’energia idroelettrica. Potremo così salvare la nostra produzione elettrica sicura e senza emissioni di CO2, ciò che è nell’interesse di tutti.

Al contempo, e questa non è una contraddizione, il legislatore non deve più occuparsi dell’approvvigionamento energetico affinché il mercato, oggi in difficoltà, possa ritrovare vigore. Le forze di mercato che hanno reso ricco il nostro paese devono potersi sviluppare di nuovo.

Chi vuole conservare il nostro approvvigionamento energetico liberale, sicuro e a buon mercato, respinge quindi la nuova legge sull’energia il prossimo 21 maggio.

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