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La nuova immigrazione italiana in Svizzera

"A Berna ho trovato la libertà accademica che cercavo"

Francesca Grilletto, di Torino, è musicista e insegnante. Attualmente è studentessa di master (il secondo) presso l'Alta scuola delle arti di Berna dove ha trovato il giusto equilibrio tra i suoi interessi accademici e professionali. Ci racconta la sua esperienza nella terza di una serie interviste che ci fanno conoscere alcuni dei volti della nuova immigrazione italiana in Svizzera.

Questo contenuto è stato pubblicato il 19 aprile 2020 - 08:00

Volti della nuova immigrazione italiana

In questa serie di ritratti conosceremo delle persone che negli ultimi anni per necessità, interesse, (o anche per puro caso) dall'Italia sono immigrate in Svizzera. 

Si tratta di una diaspora molto diversa da quella arrivata nella Confederazione negli anni '60 e '70. Allora l'immigrazione italiana era formata soprattutto da persone con un basso livello di formazione che lavoravano in fabbriche, cantieri e ristoranti. Oggi, molti di coloro che varcano il confine per stabilirsi nella Confederazione hanno già un diploma in tasca e non sono pochi coloro che emigrano per motivi di studio.

Sono la nuova immigrazione italiana, quella di cui molto si parla per il modo in cui sono spesso definite tante delle persone che ne fanno parte: "cervelli in fuga". Se è vero per alcuni, altri non si riconoscono affatto in questa definizione. Ogni storia, insomma, è unica.

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Libertà di poter sperimentare. È ciò di cui era alla ricerca Francesca Grilletto, flautista originaria di Torino. In Italia ha studiato in diversi conservatori ma aveva l'impressione che sarebbe dovuta "entrare in un cassetto specifico, che doveva essere quello dell'insegnante, quello della concertista o quello della ricercatrice".

"A Berna ho trovato il mix che cercavo", ci racconta quando la incontriamo presso il Klingendes Sammlung MuseumLink esterno, un luogo affascinante nel cuore della città vecchia della capitale elvetica. Qui sono raccolti strumenti musicali di alto interesse storico. Lo scopo della fondazione che lo dirige è conservarli e, soprattutto, studiarli.

La ricerca sugli strumenti e il loro suono è svolta in stretta collaborazione con l'Alta scuola delle arti di BernaLink esterno (HKB), dove Francesca Grilletto sta svolgendo il suo secondo master.

Dalla curiosità a una specializzazione

"È stato bello poter vedere come le idee nuove che mi venivano man mano, potevano avere un loro sviluppo pratico", ci racconta.

Il suo interesse si concentra in particolare sui flauti storici. Già prima di arrivare a Berna da autodidatta aveva studiato il traversiere, il flauto barocco. "Dove ho studiato a Novara si poteva affittare dal conservatorio e ho iniziato a suonarlo per conto mio, per curiosità", ci spiega.

A Berna questa curiosità è diventato qualcosa di più. Grazie al dipartimento di ricerca dell'HKB è entrata in contatto con il museo, ottenendo accesso agli strumenti che vi sono conservati. I flauti del XIX secolo sono così diventati protagonisti del suo curriculum di studi.

Sono poi cominciate le collaborazioni con l'orchestra francese Les SièclesLink esterno, che si esibisce con strumenti storici e le lezioni alla Scola CantorumLink esterno di Basilea, una delle più importanti nell'ambito della musica antica.

"Voglio continuare a specializzarmi, in particolar modo nell'insegnamento", spiega, "Non ci sono ancora tantissimi insegnanti di strumenti antichi, soprattutto per i bambini, e mi piacerebbe molto aggiungere questo alla mia figura professionale"

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