Siria, né tregua né aiuti nella Ghuta orientale
Due civili sono rimasti uccisi in bombardamenti delle forze governative siriane nella Ghuta orientale, che martedì mattina hanno violato la "pausa umanitaria" di cinque ore ordinata dal presidente russo Putin.
È quanto afferma l'Osservatorio nazionale per i diritti umani (Ondus), aggiungendo che altre 16 persone sono rimaste ferite. Nel pomeriggio di martedì, non si avevano notizie di altri bombardamenti seguiti alla fine delle cinque ore, cioè dopo le 13 ora svizzera.
Secondo le fonti dell'Ondus, le forze governative hanno colpito con quattro proiettili di artiglieria a Jisrayn, dove sono rimaste uccise due persone -un adulto e un bambino- e ferite altre sei.
Dieci altri feriti sono segnalati nella cittadina di Kafr Batna, apparentemente colpita da due raid.
L'Osservatorio nazionale per i diritti umano riferisce che sono ora 570, di cui 142 minorenni, i civili morti nei bombardamenti governativi sulla Ghuta a partire dal 18 febbraio.
E a tre giorni dal cessate-il-fuoco approvato dal Consiglio di sicurezza dell'Onu, nessun tipo di aiuto è arrivato nell'area residenziale alla periferia di damasco controllata dal gruppo islamista Jaish al-Islam.
Qui, dal 2013, vivono intrappolate quasi 400 mila persone.
Accuse incrociate
Nella mattina di martedì, le forze governative avevano accusato gli insorti di avere colpito con almeno cinque colpi di mortaio il valico di Al Wafidin, per impedire il passaggio di civili che avessero voluto lasciare l'enclave assediata per raggiungere il territorio controllato dall'esercito.
L'agenzia Sana riferisce inoltre che sei persone sono state ferite, una in modo grave, da tre razzi lanciati dalle forze ribelli sulla cittadina di Jamarana, in mano alle forze di Damasco.
Operatori Onu accusati di abusi
Agli orrori della guerra, si è aggiunta la notizia di donne siriane dalle quali operatori dell'Onu e altre organizzazioni non governative avrebbero preteso favori sessuali in cambio di cibo.
Lo ha riferito martedì alla BBC la cooperante Danielle Spencer, che parla di un fenomeno emerso tre anni fa e così diffuso che molte donne evitano ormai di recarsi ai centri di distribuzione.
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