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Migranti, decisi controlli nei paesi africani d’origine

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Al vertice a quattro (Francia, Germania, Spagna e Italia) sul tema della migrazione tenutosi nel tardo pomeriggio a Parigi sono stati invitati anche i presidenti di Libia, Niger e Ciad, paesi da cui provengono i più importanti flussi di profughi verso il continente europeo, allo scopo di coordinare un piano d’azione comune e controlli a monte per prevenire il fenomeno del traffico di esseri umani.

Questo contenuto è stato pubblicato il 28 agosto 2017 - 21:33
tvsvizzera/spal con RSI (TG del 28.8.2017)

In proposito la cancelliera tedesca Angela Merkel ha proposto correzioni agli accordi di Dublino che non offrono soluzioni soddisfacenti e sfavoriscono in particolare gli stati d’arrivo. Per la responsabile del governo tedesco alla prova dei fatti è mancata la solidarietà dei paesi membri e per questo motivo occorre trovare strade alternative.

Mentre il presidente francese Emmanuel Macron, che ha insistito sulla necessità di identificare i migranti nei paesi africani d’origine e di transito, vuole estendere il modello di cooperazione tra Italia e Libia che nelle scorse settimane ha contribuito a gestire i flussi attraverso il Mediterraneo.

In particolare al vertice sono stati decisi controlli, con l’ausilio delle forze armate locali, direttamente in Africa dove sarà attivo un alto commissario dell’ONU per i rifugiati. Da parte sua il presidente libico al Sarraj ha voluto esprimere “gratitudine nei confronti dell'Italia per la formazione e la dotazione della Guardia costiera libica che ha già permesso di salvare molti migranti”.

Sempre su questo argomento c’è da registrare in serata una lettera inviata ai ministri dell'Interno dei 28 (e a quelli associati Schengen) da parte del commissario Ue Dimitris Avramopoulos nella quale si chiede di rafforzare l'impegno a reinsediare i profughi da "Egitto, Libia, Niger, Etiopia e Sudan per contribuire alla stabilizzazione della situazione nel Mediterraneo centrale".

 

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