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Banche svizzere, “l’Italia ci discrimina”

Il governo federale si occuperà prossimamente dell’obbligo imposto il mese scorso da Roma alle banche svizzere (e dei paesi extra-Ue) di avere una succursale soggetta alle disposizioni fiscali e legislative italiane per poter operare nel paese.

Questo contenuto è stato pubblicato il 12 settembre 2017 - 16:46

Lo ha promesso ieri il consigliere federale Ueli Maurer alla deputazione ticinese a Berna che ha voluto trasmettere le preoccupazioni espresse dagli operatori finanziari, soprattutto ticinesi, che ritengono di essere discriminati sul mercato italiano.

La Svizzera, ci ha detto Franco Citterio, direttore dell’Associazione bancaria ticinese (ABTi)Link esterno, ha fatto i compiti, collaborando con le autorità fiscali italiane nella regolarizzazione dei capitali depositati nella Confederazione e partecipando attivamente al sistema di scambio di informazioni, anche per casi specifici indicati dalle autorità italiane.

Al di qua della frontiera ci si attende quindi che in quest’ambito ci sia un occhio di riguardo per la Svizzera, con cui vi sono estese e articolate relazioni non solo di tipo economico-finanziario. Mentre il decreto legislativo n. 129 del 3 agosto scorsoLink esterno, che attua la direttiva Ue del 2014 sui mercati degli strumenti finanziari (Mifid 2)Link esterno, non sembra tener conto di tutto ciò e tratta Berna alla stregua di qualsiasi altro paese non appartenente all’Unione europea. E il libero accesso al mercato italiano per banche e istituti finanziari elvetici sembra destinato a restare una chimera.

Per questo motivo le associazioni che rappresentano il ramo finanziario chiedono che Berna si attivi per giungere a un’intesa equilibrata non solo riguardo alla fiscalità dei lavoratori frontalieri ma anche in merito alle legittime aspettative degli operatori finanziari svizzeri e in particolar modo ticinesi i quali, a differenza dei grandi gruppi bancari come UBS e Credit, non possono permettersi di aprire succursali nel Belpaese.

Berna ha preso nota delle rivendicazioni giunte dalla piazza finanziaria, il futuro ci dirà se avrà la capacità di imporre il tema al tavolo negoziale con Roma.     

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