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Solo un positivo su undici a fine pandemia

Nella fase conclusiva della pandemia di coronavirus solo il 10,8% dei ginevrini risulta essere stato infettato. Il dato emerge dallo studio pubblicato sulla prestigiosa rivista scientifica The Lancet che segnala anche una diversa predisposizione al contagio a seconda delle diverse classi di età.

Questo contenuto è stato pubblicato il 12 giugno 2020 - 13:35
tvsvizzera/spal con RSI (TG del 12.6.2020)
Risultati per certi versi sorprendenti dalla ricerca condotta a Ginevra. Keystone / Alessandro Crinari


In rapporto agli adulti tra i 20 e i 50 anni, i bimbi dai 5 ai 9 anni rischiano tre volte di meno di contrarre il Sars-cov2 mentre per gli ultra sessantacinquenni il rischio è inferiore di due volte.

L'indagine - condotta tra il 6 aprile e il 9 di maggio dall'Ospedale universitario di Ginevra, dal Centro di malattie virali emergenti e dall'Università di Ginevra su un campione di 2'766 persone - evidenzia che nelle cinque settimane prese in considerazione il numero dei positivi ai test sierologici (sieroprevalenza) è aumentato dal 5% al 11%.

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Questi risultati suggeriscono che solo un'esigua minoranza della popolazione ginevrina - la più colpita in Svizzera e una tra le più contagiate nel mondo con 1'050 casi su 100'000 abitanti - è stata infettata durante l'ondata pandemica, nonostante il tasso elevato di pazienti malati di Covid-19 che si è registrato all'apice della crisi sanitaria (1% della popolazione in meno di due mesi).

Lo studio rivela anche una forte concentrazione dei contagi in famiglia e la bassa positività dei bimbi: solo uno su 123 a cui sono state fatte le analisi è risultato avere anticorpi nonostante che il 17,1 di loro aveva almeno un membro positivo a casa.

In compenso solo il 3% degli ultrasessantacinquenni aveva un convivente positivo, da cui si deduce l'efficacia delle misure di confinamento parziale adottate in Svizzera. Un'altra spiegazione, osservano i ricercatori, potrebbe però essere che la loro capacità di produrre anticorpi sia ridotta a causa dell'indebolimento del sistema immunitario.

In conclusione quindi lo studio sottolinea che nel momento in cui la pandemia sembra esaurirsi nel cantone più colpito dal coronavirus, solo poco più di una persona su dieci ha sviluppato anticorpi contro il Sars-cov2.

Detto altrimenti, i risultati di questa indagine immunologica, la più vasta condotta finora e analoga ad altre effettuate in diversi paesi, indicano chiaramente che il declino della pandemia si è prodotto nonostante che la maggioranza della popolazione non sia immunizzata.  

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