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Vignetta anti frontalieri, su Facebook non tutti sono contrari

tvsvizzera

Sorpresa: la discussione sulla nostra pagina registra una metà di commenti neutri o positivi

Questo contenuto è stato pubblicato il 06 febbraio 2015 - 19:06

di Gino Ceschina

Suggerisco al Sindaco di Claro un'opera di coerenza. Perché non fare un nuovo adesivo, questa volta da far esporre alle banche svizzere, dove si legge "noi impieghiamo solo personale residente e abbiamo depositi solo di residenti"?

Parole di Gianpiero un amico di tvsvizzera.it su FacebookLink esterno.

Il postLink esterno relativo all'introduzione nel comune ticinese di un adesivo che riporta la percentuale di lavoratori residenti impiegataLink esterno e che le ditte del luogo possono applicare all'ingresso è stato –come ci attendevamo- uno dei post più commentati di questa settimana sui nostri account social.

Si tratta di una tematica molto sentita in TicinoLink esterno, cantone di circa 320'000 abitanti che dà lavoro a circa 60'000 frontalieri. Molti temono che l'"invasione" italiana provochi sia un abbassamento dei salariLink esterno che un aumento della disoccupazione fra i ticinesi.

Tutte frottole, per Giampiero:

Gli svizzeri non vogliono fare il lavoro che fanno i frontalieri per meno di 3.500 franchi al mese.

La vignetta ha fatto discutere molto anche in Italia, dal Corriere della sera a Uno mattina. Molte, moltissime, le critiche, che possono essere condensate nel post di Emanuele:

Ma sarebbe simbolo di qualità? A quando le stelle di David?

La vignetta clarese puzza insomma per molti di razzismo anti frontaliere, anche se non manca chi fa notare, come il residente non sia per forza svizzero.

Il dibattito è aperto e non lo esauriremo certo qui. Ma i commenti a questo post ci hanno comunque sorpresi. Su un'iniziativa del genere, per quanto comprensibile per chi abita in Ticino, da un pubblico quasi esclusivamente italiano ci aspettavamo un coro pressoché unanime di critiche. Invece circa il 50% dei commenti accetta o addirittura plaude all'iniziativa.

Annalisa: Vorrei che anche il mio paese fosse protezionista, invece privilegia i non italiani.

Luigi: Sono frontaliero non mi offendo, condivido.

Ivan: Andrebbe messo in tutti i negozi di tutto il mondo.

Ovviamente l'altro 50% controbilancia -anche in modo molto colorito- gli apprezzamenti, con una particolare propensione ai luoghi comuni, visto che molti invitano ad evitare in futuro il consumo di cioccolata e formaggio coi buchi, e l'acquisto di orologi a cucù. Ma su Facebook ci sta.

E su Facebook ci stanno anche i racconti di pezzetti di vita, come quello di Duccio:

Io mi ricordo che suonavo con l'orchestra italiana a Lugano (1968) contratto di tre mesi, al terzo mese ci chiamarono e ci dissero che c'era un'orchestra svizzera senza lavoro e che noi dovevamo quindi lasciarle il posto. Niente di nuovo quindi. Credo però che ci sia un fondo di buona attenzione ai propri connazionali che va menzionato.

E ci sta, su Facebook, anche un po' di ironia, come quella di Daniele che ci ricorda (a tutti: svizzeri e frontalieri) che

Nella vita capita a tutti prima o poi di essere il terrone di qualcun altro.

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