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Se questo è un sindaco

Keystone

Hypercorsivo di Massimo Donelli

Questo contenuto è stato pubblicato il 10 novembre 2014 - 11:50

Ignazio MarinoLink esterno, sindaco di Roma, avrebbe fatto la gioia di Alberto SordiLink esterno. E di tutti gli sceneggiatori della commedia all'italianaLink esterno che, negli anni Cinquanta e Sessanta, erano gli unici fustigatori del potere.

Se il sindaco di Napoli, Luigi De MagistrisLink esterno, incarna la iattanza, quello di Milano, Giuliano PisapiaLink esterno, è la personificazione del radical chic meneghino e quello di Genova, Marco DoriaLink esterno, appare il manifesto dell'inadeguatezza al ruolo, Marino sembra uscito da un cartone animato. Quelli dove il protagonista è uno sfigatone al quale capitano tutte, ma proprio tutte.

Anche perché molte se le va a cercare…

L'ultima, in ordine di tempo, è questa: il sindaco è entrato nella ZTL (Zona a Traffico Limitato) con un pass scaduto, collezionando 6 multe, mai pagate. Interrogazione parlamentareLink esterno, replica dell'interessatoLink esterno, figuraccia.

Non la prima.

Marino, che si è fatto crescere la barba forse per cercare nell'estetica un'autorevolezza non riscontrabile nei fatti, appena insediato cominciò subito a rotolare verso il basso. Letteralmente.

Proclamando l'amore per la bicicletta, il massimo del politicamente correttoLink esterno, andò a un appuntamento con l'allora ministro dei Beni culturali, Massimo BrayLink esterno, pedalando scortato da due vigili ciclisti: e caddeLink esterno, arrivando all'appuntamento con i pantaloni strappati…

Non contento, dopo aver passato mesi a scandagliare curricula per trovare il nuovo capo dei vigili urbani, riuscì nell'incredibile impresa di nominarne uno che non aveva i requisiti: Oreste LiporaceLink esterno, ufficiale dei carabinieri. Cerimonia in pompa magna, primi sospetti sulla liceità della sceltaLink esterno, ricerca affannosa di una way out; finchè Liporace diede le dimissioniLink esterno togliendo tutti dall'imbarazzo.

Marino riuscì anche in un altro, inimmaginabile (per un ecologista dichiarato) autogol. Girò i municipi di Roma con un camper su cui troneggiava la scritta "Lo dico al Sindaco". E si sentì apostrofare: "E' un camper euro 1, qui non ci può stare". Seguì una pasticciata smentitaLink esterno, che, nella sostanza, confermò l'irregolarità.

Due alluvioni, poi, e due disastri.

Nella gestione della prima (gennaio 2014) si guadagnò l'Link esternohashtagLink esterno #sottomarinoLink esterno, che la dice lunga sulla prontezza con cui fronteggiò gli eventi. Nella seconda (novembre 2014) è stato ribattezzato SchettinoLink esterno: a Roma c'era l'allarme viola, lui è salito a MilanoLink esterno per partecipare all'assemblea dell'AnciLink esterno (Associazione nazionale comuni italiani).

Vanesio oltre misura, il sindaco, che ha anche una

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su YouTube, sbandiera le sue relazioni internazionali. Come ha scrittoLink esterno Mattia FeltriLink esterno su La StampaLink esterno: "Diffonde comunicati stampa che ragguagliano sulle sue telefonate col sindaco di New York, Bill De Blasio, sulle sue gite a Parigi in sostegno della candidata sindaco Anne Hidalgo («la presenza del sindaco di Roma non è casuale, in quanto Roma è l'unica città con la quale Parigi è gemellata dal 30 gennaio 1956», è stata la brillante spiegazione). Purtroppo nel frattempo c'è stata la lite col sindaco di Londra, che aveva avvertito i suoi connazionali in gita a Roma di tenere gli occhi aperti, un consiglio che cogliamo l'occasione per estendere agli italiani. Il top è stato l'incontro con Barack Obama che, in visita in Italia, non trovò dieci minuti per il nostro sindaco: allora lui si presentò a Fiumicino per salutare il presidente in partenza. Colto di sprovvista, Obama se l'è cavata come facciamo noi coi parenti molesti: «Ora sono di fretta, ma ti chiamo presto»".

Non basta.

Nella instancabile ricerca di un po' di gloria e di facile consenso, Marino prima ha minacciatoLink esterno su FacebookLink esterno Silvio BerlusconiLink esterno per un palco in via del Plebiscito issato senza permesso (ha scritto: "Domani, smontato il palco, verificherò danneggiamenti alla sede stradale e alla segnaletica e darò notizia di reato alla procura della Repubblica"); poi ha celebrato in pompa magna 16 matrimoni gayLink esterno: nelle immagini lo si vede sorridente e soddisfatto mentre pregusta i servizi dei tg e i titoli del giorno dopo sui giornali.

E, pur di guadagnare spazio mediatico, ne ha sparate un paio mica male.

Ecco la numero unoLink esterno: "Entro il 2015 renderò navigabile il Tevere". Vedremo…

Ecco la numero dueLink esterno: "Io sono fortemente attirato da qualunque sostanza stupefacente ma non ne ho mai utilizzata nessuna, perchè ho paura da un punto di vista medico". E ci si chiede, visto ciò che dice e combina, se non abbia cominciato…

Infine, la perla delle perle.

A un comizio gli dissero che il megafono era guastoLink esterno. Spavaldo, proclamò: "Passatemelo comunque, io ci riesco a farlo funzionare perché ho fatto il68 e so come si usa".

Marino è nato il 10 marzo 1955 a Genova. Nel '68 aveva 13 anni…

Stop.

Ci fermiamo qui.

E, parafrasando Indro MontanelliLink esterno, concludiamo così: Marino interpreta al meglio il peggio degli italiani.

massimo.donelli@usi.chLink esterno

Segui @massimodonelliLink esterno

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