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Ridere fa bene, tranne che al presidente della Confederazione

C'è poco da ridere Corrado Mordasini

Johann Schneider-Ammann involontaria star di Youtube per un discorso televisivo

Questo contenuto è stato pubblicato il 14 marzo 2016 - 10:44

Ha fatto in poche ore il giro della Svizzera, e pure di buona parte del mondo, la prestazione del Presidente della Confederazione, Johann Schneider-Ammann, in occasione della Giornata del malatoLink esterno. Come spesso avviene, il presidente ha infatti rivolto ai cittadini un'allocuzione (un discorso televisivo). E fin qui tutto ok.

Il tema scelto era di carattere leggero: il potere taumaturgico della risata in caso di malattia, anche per sottolineare come la Confederazione sussidi interventi volti a far sorridere i malati negli ospedali e quant'altro. E anche fino a qui, benissimo, anzi: ottimo.

Peccato che la –diciamo così- performance televisiva non è stata propriamente all'altezza delle attese. Ora, che i politici svizzeri, e i consiglieri federali in particolare, non abbiamo fra le loro prime virtù il senso dell'umorismo e l'espansività non è certo una sorpresa, e d'altronde va benissimo così. Sono persone serie che lavorano per il bene del Paese. Ma lanciarsi in un elogio della risata mantenendo una posa impettita, uno sguardo severo e a tratti finanche inquietante, forse avrebbe dovuto indurre qualche portavoce, funzionario, o PR che dir si voglia, a prendere il coraggio a due mani e far presente al diretto interessato che la sua comunicazione era quantomeno poco efficace.

Almeno dal suo punto di vista. Perché in realtà, per noi comuni mortali, la comunicazione di Schneider-Ammann è stata efficacissima. Paradossalmente efficace. Perché il contrasto tra il tema della risata e l'aspetto ferale dell'oratore che con sguardo perso nel vuoto del gobbo e cipiglio da padre della patria, ha prodotto un effetto comico da far invidia a Groucho Marx.

In particolare nella versione francese dell'allocuzione, che per colmo della sfortuna del povero Schneider-Ammann, non è sfuggita ai redattori di Le Petit JournalLink esterno, trasmissione comico-satirica dell'emittente francese Canal +, che con un sapiente montaggio e inserendo dei tempi comici azzeccatissimi, hanno trasformato l'allocuzione in uno sketch comico d'alta scuola.

Oltretutto il presidente, evidentemente a disagio col francese, non è stato aiutato dal testo che non deve esser stato redatto da un emulo di Woody Allen (o forse sì, ma in tal caso un emulo particolarmente cattivo).

"Vi starete forse chiedendo –ha attaccato un ingessatissimo Schneider-Ammann- perché il Presidente della Confederazione parli del ridere in questa Giornata del malato. Come se i malati avessero qualcosa da ridere". E in effetti no, non ce l'hanno. Ma è solo l'inizio.

"Ridere fa bene alla salute", prosegue il presidente, con un viso che sembra una maschera di sofferenza, "ridere di gusto significa condividere buonumore" aggiunge, sempre semiparalizzato. Non un sorriso, uno sguardo d'intesa. Nulla. Il gelo.

Quattro minuti di intervento che sono diventati una via crucis per il presidente, e uno spasso per gli spettatori di Canal +

Il discorso raggiunge poi il suo climax quando il presidente inizia a distinguere tra i tipi di risata. Proprio mentre il pubblico ha le lacrime agli occhi a causa sua, Schneider-Ammann sgancia la bomba: "Ridere alla spalle di qualcuno, deridendolo non è un bel ridere secondo me". Il che sarebbe pure vero, solo che affermato nel bel mezzo di un discorso che sta scatenando, proprio in quel momento lì, crasse sghignazzate al limite delle lacrime alle sue, di spalle, rende l'affermazione assolutamente comica.

E infatti il video è subito diventato virale nei paesi francofoni, trasformando il presidente svizzero in una specie di star di youtube, al punto che la notizia è stata ripresa un po' ovunque, compreso il Washington PostLink esterno.

Però c'è un però. Al di là della leggerezza commessa da chi ha scritto, filmato e messo online il video, a tutti i consiglieri federali va dato atto di un certo coraggio e di un grande rispetto per le lingue minoritarie. Tutte le allocuzioni vengono registrate e trasmesse nelle tre lingue nazionali principali, e in realtà quasi tutte, se guardate con un minimo di cinismo, risulterebbero comiche e possibile oggetto di derisione. Ma i consiglieri federali continuano ad ostinarsi a farle nelle tre lingue, e continuano ad ostinarsi a parlare quando possibile nella lingua dell'interlocutore, anche se è un giornalista televisivo. A costo di figuracce.

Perché in Svizzera federalismo e rispetto delle minoranze sono presi molto, molto seriamente. A anche se forse ai fini della comunicazione un'allocuzione nella lingua materna sottotitolata o doppiata sarebbe più efficace, da un punto di vista politico, esprimersi nelle lingue minoritarie, anche se non le si conosce, è un segnale fondamentale. Dice ai cittadini: non parlo bene la vostra lingua, ma mi sforzo perché è una ricchezza per il paese e voglio dimostrarle rispetto. Anche questa è Svizzera.

Dopodiché, a qualche Consigliere Federale, due lezioni di francese e italiano, malissimo non farebbero.

Gino Ceschina

Segui @00spencerLink esterno

Illustrazione di Corrado MordasiniLink esterno

Il video di Canal +

http://player.canalplus.fr/embed/?param=cplus&vid=1369860Link esterno VU - La thérapie du rire, par le président suisse - Le Petit Journal du 07/03Link esterno

L'allocuzione nella versione italiana

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