Povero orso o povero Cristo?
di Massimo Donelli
Sono 5.479 i cristiani uccisi nel mondoLink esterno dal primo novembre 2012 al 31 marzo 2014. Ovvero 322 al mese, dieci ogni giorno. Un numero spaventoso, destinato a crescere quando saranno disponibili i dati relativi agli ultimi, terribili mesi di guerre e attentati.
Ma, se va bene, lo sa un italiano su mille.
Zero lenzuola bianche alle finestre, nessuna bandiera della Pace (P maiuscola obbligatoria nel dizionario del politicamente corretto), manco uno straccio di fiaccolata… E ancora: mute (nonostante gli stupri seriali praticati dai soldati dell'IsisLink esterno) le militanti antiviolenza di Se non ora quando?Link esterno, desaparecido il solitamente sensibile Popolo violaLink esterno (già, ma che fine ha fatto?), non pervenuti gli intellettualiLink esterno in servizio permanente effettivo che guai se si perdono un appello a favore dei più deboli…
Come mai?
Perché i cristiani - volendo ricorrere a un termine dello slang giovanilistico divenuto ormai d'uso comune e che ben sintetizza la faccenda - sono degli sfigatiLink esterno. O, se preferite, non sono trendy.
Lo ha spiegato, magistralmente, un grande intellettuale come Ernesto Galli della LoggiaLink esterno con un editorialeLink esterno sul Corriere della seraLink esterno: "Un paio di secoli di pensiero critico laico, soprattutto la sua gigantesca volgarizzazione/banalizzazione resa possibile dallo sviluppo dei mass media, hanno sottratto al Cristianesimo, agli occhi dei più, la dignità socio-culturale di una volta. Da tempo essere e dirsi cristiani non solo non è più intellettualmente apprezzato, ma in molti ambienti è quasi giudicato non più accettabile. Il Cristianesimo non è per nulla «elegante», e spesso comporta a danno di chi lo pratica una sorta di tacita ma sostanziale messa al bando. L'atmosfera culturale dominante nelle società occidentali giudica come qualcosa di primitivo, al massimo un «placebo» per spiriti deboli, come qualcosa intimamente predisposto all'intolleranza e alla violenza, la religione in genere. In special modo le religioni monoteistiche. In teoria tutte, ma poi, in pratica, nel discorso pubblico diffuso, quasi soltanto il Cristianesimo e massimamente il Cattolicesimo, ad esclusione cioè del Giudaismo e dell'Islam: il primo per ovvie ragioni storico-morali legate (ma ancora per quanto tempo?) alla Shoah, il secondo semplicemente per paura. Sì, bisogna dirlo: per paura".
Quindi, dei cristiani uccisi non si parla. A parte che sono sfigati, è anche rischioso farlo.
Più facile e socialmente premiante parlare degli orsi uccisi ("E' un male essere un po' più indignati per i bambini siriani che per Daniza o devo portare una giustificazione scritta?" ha twittato la blogger Selvaggia LucarelliLink esterno). Specie se si vive in città, non si possiede un pollaio o un gregge, non ci si è mai trovati accidentalmente in un bosco a tu per tu con l'animale in carne e ossa.
Del resto, chi non ha avuto un orso di peluche da piccolo? E come non provare tenerezza per una mamma orsa e i suoi cuccioli? Infine, si può rimanere indifferenti quando i cuccioli diventano orfani?
Così gli italiani brava gente, ignari e/o comunque muti davanti all'uccisione dei loro fratelli cristiani nel mondo, si sono mobilitatiLink esterno per l'orsa DanizaLink esterno, inondando di hashtag Twitter, scrivendo fiumi di parole su Facebook, facendo guadagnare alla povera bestia le prime pagine dei quotidiani nonché le copertine dei telegiornali. Insomma, di colpo, si è scoperto che nella penisola vive un esercito di San FrancescoLink esterno (anche se, ovviamente, nessuno ha citato il primo animalista della storiaLink esterno, accidentalmente cristiano…).
Bene, per carità. Meglio sensibili che indifferenti. Che, con dolo o, peggio, intenzionalmente (e in questo caso non è chiaroLink esterno), un animale venga ucciso fa orrore.
Ci mancherebbe.
Ma che, mediaticamente e non solo, gli orfani di DanizaLink esterno stiano molti passi in avanti rispetto agli orfani del Medio Oriente, dell'Iraq e dell'UcrainaLink esterno (musulmani, ebrei, cristiani) lascia, diciamo così, un tantino perplessi.
E spinge, quantomeno, a riflettere sul mondo (e sul modo) contradditorio in cui viviamo.
Di questo passo finiremo con il dire "Povero orso" anziché "Povero Cristo"…
massimo.donelli@usi.chLink esterno, @massimodonelliLink esterno
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