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Rifugi alpini a cinque stelle

La Capanna Campo Tencia, costruita nel 1912 ai piedi del pizzo omonimo in alta Val Piumogna, fu il primo rifugio delle montagne ticinesi. È stata ristrutturata nel 2008. RSI-SWI

L'escursionismo è il vero sport nazionale svizzero. Al contempo, le Alpi non smettono di attrarre nuovi visitatori. E così, la clientela dei rifugi alpini è più che mai eterogenea e si aspetta sempre maggiori servizi. Come sta cambiando il turismo di montagna? Il settimanale di approfondimento della RSI Falò ne traccia un'istantanea partendo dalle testimonianze dei custodi.

Questo contenuto è stato pubblicato il 26 ottobre 2019 - 14:00
Massimo e Lorenzo Cappon, tvsvizzera.it/ri

Sulle montagne del Canton Ticino ci sono ben 80 capanneLink esterno (come sono chiamate qui i rifugi alpini), gestite da vari enti e associazioni. Servono agli alpinisti, agli amanti del trekking, ai semplici turisti domenicali. Una clientela eterogenea, perché il turismo alpino è in piena trasformazione. 

Da un lato ci sono persone per le quali la montagna è una seconda casa, dall'altro chi muove i primi passi in un mondo pressoché sconosciuto. E allora succede che i custodi delle capanne si sentano chiedere servizi tipici di un albergo. 

Queste strutture semplici devono dunque offrire servizi sempre più moderni e completi. Anche per questo ci sono state ristrutturazioni importanti e impegnative, mentre un nuovo sito interattivo ne rilancia la rete sul web. Attraverso le storie di alcuni custodi, scopriamo come sta cambiando il turismo in montagna.

Contenuto esterno

Ospite in studio il presidente della sezione ticinese del Club alpino svizzero CAS, Giovanni Galli.

I sopravvissuti del Bol d’Or

A giugno, sul Lago Lemano si svolge il Bol d'Or, regata storica e prestigiosa la cui edizione del 2019 sarà ricordata a lungo: nel corso del pomeriggio infatti si è scatenato un temporale di grande potenza che ha investito le imbarcazioni, scaraventando in acqua gli equipaggi. 

Nella seconda parte di questa puntata di FalòLink esterno, alcuni dei velisti, che quel giorno hanno rischiato di annegare, raccontano la loro terrificante esperienza in un lago che, di colpo, si è trasformato in un mare in tempesta. Il reportage è di Mauro Losa.

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