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Niente casco? Benvenuti al Sud, bastonati al Nord

tvsvizzera

Hypercorsivo di Massimo Donelli

Questo contenuto è stato pubblicato il 27 ottobre 2015 - 10:51

Perché a PalermoLink esterno si può parcheggiare nelle zone pedonali (!) e a NapoliLink esterno si può guidare un motociclo senza indossare il casco (obbligatorioLink esterno) addirittura trasportando due se non tre passeggeri (che ne sono ugualmente sprovvisti) mentre a VeronaLink esterno tutto ciò è vietatissimo?

Perché a BariLink esterno e a CataniaLink esterno il parcheggio selvaggio è allegramente consentito e a TorinoLink esterno vige la tolleranza zero?

Perché a RomaLink esterno gli scooter hanno libertà di sosta sui marciapiedi e a MilanoLink esterno, invece, fioccano le multe?

Ecco, basterebbe vedere dove e quando si applica o non si applica il codice della strada per capire che l'Italia è una nazione solo sulla carta.

E si ritrova unita unicamente quando scendono in campo gli azzurri del calcioLink esterno.

Ma, per il resto, quasi tutto il resto, prevale il campanileLink esterno.

Con relativi, secolari virtù e vizi.

Se vivi al nord sei, di solito, obbligato a rispettare le regole (non solo quelle stradali).

E se non le rispetti paghi.

Mentre da Roma in giù, di solito, puoi allegramente infischiartene.

E nessuno ti dice niente.

Non mancano le eccezioni, si intende.

Ma l'andazzo è questo.

E lo sanno tutti, anche quelli che si indignano e diventano ciechi davanti all'evidenza.

L'ultimo caso, il più clamoroso, l'ha documentato Luca AbeteLink esterno per Striscia la notiziaLink esterno.

A Napoli su scuola-bus privi dei più elementari requisiti di sicurezzaLink esterno vengono ammassati fino a 25 bambini quando il pullmino è omologato per trasportare 8 persone, autista incluso.

Una follia tollerata da vigili urbani che, chissà perché, svolgono il servizio in abiti borghesi e fanno finta di non vedereLink esterno.

Sembrerebbero ugualmente indifferenti i loro colleghi di Palermo, città in cui viaggiare in moto senza casco e trasportando bambini è un'abitudine consolidata, a lungo tollerata, quindi naturalmente praticata.Link esterno

Al punto che subisce qualche intralcio solo quando intervengono i carabinieri in modalità blitzLink esterno. O quando si muove, casualmente, la polizia, come è successo quando gli agenti della volante hanno fermato un motociclista che viaggiava senza casco, senza patente ma, soprattutto, con un braccio solo: l'altro gli serviva per tenere in braccio un bimbo di un annoLink esterno.

Capito?

A Roma il casco è più diffuso.

Nessun dubbio.

In compenso, c'è una tale quantità di motorini che te li ritrovi parcheggiati ovunque, ma specialmente sui marciapiedi.

Come se fosse la cosa più normale del mondo.

Come se fosse, soprattutto, regolare.

E, infatti, i pizzardoniLink esterno non intervengono.

A Genova, invece, durante l'incontro Genoa-VeronaLink esterno, giocato di domenica sera, un vigile urbano ha fatto oltre settanta multe a chi aveva parcheggiato lo scooter nella zona dello stadio fuori dagli spazi designati.

Impeccabile.

Ma non del tutto.

Se n'è vantato, infatti, su Facebook, quasi fosse un'impresa, scatenando il putiferio per aver dato una connotazione da tifoso al suo operatoLink esterno (genoano, era convinto che giocasse la Sampdoria e pensava di aver punito i tifosi blucerchiatiLink esterno: ma pensa te che genio…).

Torniamo al punto di partenza: perché a Roma, Bari, Catania, Napoli, Palermo puoi violare il codice della strada mentre a Genova, Milano, Torino, Verona guai a te se non lo rispetti?

E' su domande come queste (e, soprattutto, sulle risposte a domande come queste) che si misura il grado di civiltà di una nazione.

O no?

Segui @massimodonelliLink esterno

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