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Matteo, la pensione e il pasticciaccio brutto di via degli Alfani

Il palazzo in via degli Alfani, nel centro storico di Firenze, dove si trova l'appartamento abitato dal 14 marzo 2011 al 22 gennaio 2014 da Matteo Renzi ansa

Hypercorsivi di Massimo Donelli

Questo contenuto è stato pubblicato il 26 marzo 2014 - 17:20

La casa. E la pensione. Nulla di più caro agli italiani. Nulla di più scivoloso per un politico italiano.

E infatti…

... sulla casa sono scivolati in tantiLink esterno. Prima Massimo D'Alema, con AffittopoliLink esterno . Poi Claudio Scajola, con l'appartamentoLink esterno vista Colosseo. Quindi Gianfranco Fini, con il pied-à-terreLink esterno di Montecarlo. Infine Giulio Tremonti, ospiteLink esterno in pieno centro storico della Capitale.

E ora…

… ora scivolone per Matteo Renzi.

Anzi, doppio scivolone: affitto pagato (nel cuore di Firenze), pensione (da dirigente privato) pagata (con denaro pubblico).

Andiamo con ordine e cominciamo dalla casa.

Indirizzo (potete ridere): via degli Alfani 8Link esterno. AngelinoLink esterno non c'entra. C'entra, invece, Marchino, ossia Marco CarraiLink esterno, 39 anni, il più caro amico di Matteo (era a fianco della signora Maria Agnese Renzi in tribuna a Montecitorio il giorno della fiduciaLink esterno) nonché spin doctor del premier e un sacco di altro coseLink esterno molte delle quali all'ombra e nell'orbita di Renzi.

Altri sviluppi

E' Carrai che firma il contrattoLink esterno di affitto dell'appartamento.

E' l'allora sindaco di Firenze che lo abitaLink esterno, al punto di fissare lì la sua residenza (non quella di moglie e figli). Per la precisione, dal 14 marzo 2011 al 22 gennaio 2014, un mese esatto prima di essere nominato premier.

Chi ha pagato la pigione?

Carrai, che ha speso circa 37 mila euro.

Che cosa c'è di male se un amico ti paga la casa?

Nulla.

Ma, nella fattispecie, Carrai non è solo un amico.

Amministratore delegato di Florence MultimediaLink esterno (su cui indagaLink esterno la Corte dei ContiLink esterno). Amministratore delegato di Firenze ParcheggiLink esterno (fino al 9 maggio 2013). Presidente dell'Aeroporto di FirenzeLink esterno. Consigliere dell'Ente Cassa di RisparmioLink esterno di Firenze… Mai formalmente nominato dall'amico, Carrai, con Renzi al potere (prima in Provincia, poi in Comune), accumula cariche pubbliche di rilievo. E, da imprenditore privato, ottiene per la sua società C&T CrossmediaLink esterno, questa volta da MuseLink esterno, l'associazione dei musei comunali, il servizio di audio e videoguide destinato ai visitatori di Palazzo VecchioLink esterno, sede del municipio, pochi mesi dopo aver prestato l'appartamento a Matteo.

Non basta. Francesca Campana Comparini, 26 anni, fiorentina, fidanzata di Carrai (si sposeranno a settembre) è tra i curatori della mostra dedicata a Michelangelo BuonarrotiLink esterno e Jackson Pollock Link esterno per la quale il Comune sborserà 375mila euro.

"Se una ragazza di 26 anni, laureata in filosofia e senza alcuna esperienza curatoriale, riceve l'incarico di curare la principale mostra di un grande comune italiano, è perché conosce qualcuno o perché conosce qualcosa?" hanno polemizzato Ornella De ZordoLink esterno di perUnaltracittàLink esterno e Tommaso GrassiLink esterno di Sinistra Ecologia Libertà (SELLink esterno), ricevendo un piccata rispostaLink esterno della futura signora Carrai.

Lui, invece, Marchino, dopo che la Procura della Repubblica di Firenze, attivataLink esterno dal nemico storico di Renzi, Alessandro MaioranoLink esterno, 54 anni, dipendente comunale, ha aperto un'indagineLink esterno sull'appartamento di via Alfani 8, ha deciso di mettere in vendita la sua quota nella società Crossmedia in cui è socio con Federico DalgasLink esterno. Che, parlandoLink esterno di quel contratto per Palazzo Vecchio, ha detto:"Forse era meglio non farlo, potendo tornare indietro non lo rifarei".

E veniamo alla pensione.

Nell'estate 2003, l'anno prima di diventare presidente della Provincia di Firenze, Renzi è inquadrato come collaboratore nell'azienda di famiglia, la Chil Srl (oggi la società si chiama Eventi 6Link esterno). In autunno, cambia tutto, per lui e per i parenti, come racconta il Fatto quotidianoLink esterno:"(…) il 17 ottobre 2003 il "libero professionista" Matteo Renzi e la sorella Benedetta cedono le quote della Chil Srl ai genitori; il 27 ottobre 2003, dieci giorni dopo avere ceduto il suo 40 per cento, Renzi diventa dirigente della stessa Chil Srl, amministrata dalla mamma; il 7 novembre 2003, solo 11 giorni dopo l'assunzione, l'Ulivo comunica ufficialmente la candidatura del dirigente alla Provincia; il 13 giugno 2004 Renzi viene eletto presidente e di lì a poco la Chil gli concede l'aspettativa. Da allora Provincia e Comune versano alla società di famiglia una somma pari al rimborso dei suoi contributi. Se Renzi non avesse ceduto le sue quote nel 2004, sarebbe stata una società a lui intestata per il 40 per cento a incassare il rimborso: una situazione ancora più imbarazzante di quella attuale, con le quote intestate a sorelle e mamma".

Capito? Quando il carico previdenziale pesava sull'azienda di famiglia, Renzi era un semplice collaboratore parasubordinato. E costava, in termini contributivi, pochissimo. Avuta la certezza che sarebbe divenuto presidente della Provincia (la vittoria dell'UlivoLink esterno era largamente annunciata) Matteo è stato promosso dirigente. L'azienda di famiglia lo ha retribuito per meno di otto mesi. Al resto hanno provveduto i contribuenti italiani. Da allora fino a oggi.

Fanno 9 anni e (secondo i calcoli più attendibili) circa 300 mila euro di versamenti.

Lo prevede la legge, certo. Di cui spesso, però, si abusa, come hanno ben raccontatoLink esterno nel best seller La casta Sergio Rizzo e Gian Antonio Stella. E, infatti, per una…mossa analoga a quella di Renzi, l'attuale presidente PdLink esterno della Regione Lazio, Nicola ZingarettiLink esterno, fu denunciato dal Partito RadicaleLink esterno a Roma (inchiesta archiviataLink esterno) mentre l'ex ministro Pd Josefa IdemLink esterno (costretta a dimettersi in seguito a una questione immobiliareLink esterno) è ora sotto indagine a RavennaLink esterno.

Come si difende il premier da accuse e sospetti?

MartellatoLink esterno per giorni e giorni da LiberoLink esterno sulla casa e da il Fatto quotidiano sulla pensione; incalzato in reteLink esterno da Beppe GrilloLink esterno; "processato"Link esterno a Servizio pubblicoLink esterno da Maurizio BelpietroLink esterno e Marco TravaglioLink esterno, Renzi si è deciso a replicare scegliendo la strada del comunicatoLink esterno soltanto quando, con un paginone, il Corriere della seraLink esterno ha dato in esclusiva la notizia dell'apertura dell'indagine da parte della Procura di Firenze sul pasticciaccio brutto di via degli Alfani 8.

Famoso per l'uso logorroico della rete, questa volta Matteo ha scelto il silenzio digitale assoluto: non c'è la minima traccia delle due storie sul sito del GovernoLink esterno, sul sito personaleLink esterno, sulla pagina FacebookLink esterno e sull'account TwitterLink esterno.

Caso chiuso con il comunicato? No.

Vicenda giudiziaria aperta, vicenda politica anche: infatti, il Movimento 5 stelleLink esterno ha depositato a Montecitorio una interrogazioneLink esterno rivolta al ministro della Giustizia, Andrea OrlandoLink esterno, con richiesta di risposta scritta.

E, così, mentre Maurizio Crozza lo fa a pezzettiniLink esterno su La7Link esterno e Scajola, invece, solidarizzaLink esterno su SkyLink esterno, vecchi e nuovi nemici del premier si sono accomodati sulla riva del fiume…

Avranno soddisfazione? Staremo a vedere.

Massimo Donelli

massimo.donelli@usi.ch

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