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Così nacquero le prime Comunità europee

«L'Europa non si farà di colpo, né in una costruzione d'insieme, ma attraverso realizzazioni concrete, che creino anzitutto una solidarietà di fatto.»

Questo contenuto è stato pubblicato il 09 marzo 2017 - 14:04

Robert Schuman, ministro degli esteri francese tra il 1948 e il ‘53, è il politico che per primo –in un discorso ufficiale- nominò l'Europa come insieme di Paesi collaborativi sul piano economico. Era il maggio del 1950. Auspicava in particolare che Francia e Germania superassero una storica rivalità, ma che anche i vicini mettessero in comune le riserve e la produzione di carbone e acciaio, affidandone il controllo a un'alta autorità. Nasce così la Comunità Europea del Carbone e dell'Acciaio, di cui faranno parte Francia, Germania federale, Belgio, Italia, Lussemburgo e Paesi Bassi.

Con un trattato firmato a Parigi nell'aprile del ‘51, i sei Paesi si impegnano a cooperare per 50 anni. La CECA è un passo significativo non solo perché istituisce un mercato comune (niente più dazi e restrizioni doganali su carbone e acciaio, tra i Paesi aderenti) ma in quanto autorità sovranazionale, al di sopra dei governi.

Mentre si sblocca il mercato del carbone e dell'acciaio, fallisce il trattato per una Comunità Europea di Difesa. Del resto è ancora un’Europa a sei, e il Regno Unito –che non fa parte del sestetto, e che già dal ‘48 ha un suo trattato di cooperazione militare con Francia e Benelux- osteggia il nuovo progetto. La morte di Stalin attenua la tensione con il blocco sovietico, e per di più la Francia non riesce a ratificare il Trattato, stroncando sul nascere non solo la Comunità di difesa ma pure la Comunità Politica Europea, che avrebbe istituito un esecutivo, un parlamento bicamerale e una corte di giustizia sovranazionali. 

Se è troppo presto per una comunità politica, non lo è per sviluppare un mercato comune. Nel 1955, con una conferenza a Messina, i sei Paesi fissano una tabella di marcia, per poi trovarsi a Roma nel ‘57 a firmare i noti Trattati. Oltre alla Comunità dell'energia atomica, che veglia perché ne sia fatto un uso pacifico e coordina la ricerca, nasce qui la più importante delle comunità, il primo pilastro della futura Unione, la Comunità Economica Europea.

Francia, Germania, Italia, Belgio, Lussemburgo e Paesi Bassi, cominciano quindi a sviluppare politiche congiunte in agricoltura, trasporti, lavoro. Vanno verso un libero movimento dei lavoratori stessi, dei beni e dei capitali. Con l'idea che l'Europa, un giorno, potrà diventare unione anche politica. 


* da 'Hula Hoop', Radiotelevisione svizzera RSI – Rete Uno, 2012

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