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"Per le monete il posto giusto è Como"

Mentre gli archeologi sono al lavoro per cercare di saperne di più sul tesoro di epoca romana rinvenuto qualche giorno fa nella città lariana, le monete sono state presentate lunedì alla stampa.

Questo contenuto è stato pubblicato il 10 settembre 2018 - 17:12
Alanews, Giusy Chiricò

Centinaia di monete d’oro sono state rinvenute a Como, nella giornata di mercoledì scorso, durante gli scavi del cantiere di ristrutturazione dell’ex teatro Cressoni. Il tesoro – mai come in questo caso valevole di tale definizione – è stato rinvenuto nei pressi di via Diaz, non distante dall’area del foro di Novum Comum che già in passato è stato luogo di ritrovamenti risalente alla tarda epoca imperiale, proprio come le monete scoperte nel bel mezzo dei lavori.

Il valore economico di tale materiale è ancora sconosciuto, ma archeologi, restauratori e numismatici del laboratorio di restauro del Ministero dei Beni Culturali, a Milano, stanno lavorando alacremente per contestualizzare al meglio il prezioso ritrovamento. Proprio nel capoluogo lombardo, infatti, la Soprintendenza archeologia, belle arti e paesaggio per le province di Como, Lecco, Monza e Brianza, Pavia, Sondrio e Varese, che ha la direzione scientifica dello scavo, ha trasportato i reperti rinvenuti e qui è iniziato un vero e proprio scavo in miniatura all’interno del recipiente di pietra ollare sul quale, anche in questo caso, poco si conosce essendo, a detta dei ricercatori, di forma inedita.

Altri sviluppi

"Non conosciamo ancora nei dettagli il significato storico e culturale del ritrovamento – ha detto il ministro dei Beni Culturali, Alberto Bonisoli - ma quell’area sta dimostrando di essere un vero e proprio tesoro per la nostra archeologia. Una scoperta che mi riempie di orgoglio". Bonisoli, che stamani ha partecipato a una conferenza stampa organizzata a Milano proprio per rivelare i dettagli della scoperta, ha immediatamente aperto alla possibilità di creare un luogo adatto nella città lariana: "Penso a un museo moderno – ha dichiarato – aperto a varie tipologie di visitatori, dagli abitanti ai turisti. In Italia già abbiamo luoghi simili e possiamo dare a questi reperti la valorizzazione che meritano. Fare tutto ciò a Como? Ritengo che essendo stati rinvenuti qui la città lo meriti, anche dal sindaco ho ricevuto questa apertura".

Secondo il Soprintendente, Luca Rinaldi, "questo ritrovamento dimostra l’efficacia dell’azione di tutela, conoscenza e valorizzazione svolta dal Ministero attraverso le Soprintendenze e incoraggia un impegno ancor più concreto nell’estendere la prassi dell’archeologia preventiva anche in contesti di interventi di iniziativa privata".

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