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USA via dall'accordo iraniano, Svizzera preoccupata

L'uscita dall'accordo sul programma nucleare dell'Iran annunciata dagli Stati Uniti preoccupa la Confederazione. Lo ha dichiarato ministro degli esteri elvetico Ignazio Cassis. "Gli USA saranno considerati nel mondo un partner contrattuale inaffidabile", dice invece il presidente della Camera di commercio Svizzera-Iran.

Questo contenuto è stato pubblicato il 09 maggio 2018 - 20:37
tvsvizzera.it/Zz/ats Con RSI (TG del 09.05.2018)
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"Siamo preoccupati per l'uscita dall'accordo da parte degli Stati Uniti e anche per le sanzioni che potrebbero arrivare" e annunciate dal presidente americano Donald Trump, ha detto Cassis alla stampa. "La situazione potrebbe diventare testa, con conseguenze difficili da immaginare", ha aggiunto.

"La Svizzera ha sostenuto quell'accordo e saremmo stati tutti più tranquilli e felici se non vi fosse stata alcuna rottura", ha detto ancora il ticinese, sottolineando come ora a livello globale regni l'incertezza.

Cassis ha comunque ribadito che la Svizzera sarà sempre a favore di ogni sforzo verso la denuclearizzazione  e contraria a qualsiasi tendenza alla nuclearizzazione.

Preoccupazione anche commerciale

"L'uscita degli Stati Uniti dall'accordo nucleare con l'Iran è un grande regresso per tutti i partner commerciali del paese", secondo il presidente della Camera di commercio Svizzera-Iran Philippe Welti. Per l'economia svizzera sarà decisivo il modo in cui reagiranno i grandi paesi europei e l'UE.

"Se l'Unione europea, la Germania, la Francia e la Gran Bretagna non vogliono fare una brutta figura sono obbligate a far seguire i fatti alle parole", ha spiegato all'ats l'ex ambasciatore svizzero a Teheran.

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A suo modo di vedere una reazione adeguata include l'adozione di misure da parte dell'UE per proteggere la propria economia d'esportazione dalle sanzioni americane. Di ciò potrebbe approfittare indirettamente anche l'economia svizzera; una cosa necessaria nella competizione internazionale.

Difatti, una delle conseguenze più immediate della decisione americana sarà l'avanzata della Cina, ha affermato Welti. Il paese e la sua economia colmeranno ogni lacuna che emergerà ora. La Cina ufficiale però non ne parlerà.

L'aspetto più delicato è che gli Stati Uniti hanno denunciato l'accordo senza prove di una sua violazione da parte della Repubblica islamica. In futuro gli USA saranno quindi considerati in tutto il mondo un partner contrattuale inaffidabile, ha sostenuto Welti. Con una reazione adeguata gli europei potrebbero ora provvedere a non essere giudicati alla stessa stregua.

Altri sviluppi

A proposito di effetti concreti per le aziende elvetiche l'ex ambasciatore a Teheran ha affermato "che è difficile poter già dire qualcosa. Al momento l'unica cosa chiara è che tutti finiranno sotto pressione". La situazione è diventata più difficile soprattutto per gli esportatori e le imprese che contano stabilimenti in Iran.

Ogni azienda con contratti di consegna e fabbriche nel paese deve ora esaminare come evitare danni, ha spiegato Welti. La situazione è meno drammatica per le ditte prettamente commerciali: queste possono cercare nuove vie o uscire dal mercato senza rimetterci troppo.

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