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Paese che vai, sacchetto che trovi

L’introduzione della legge sui sacchetti biodegradabili per frutta e verdura che i clienti devono pagare nei supermercati italiani sta creando polemiche e discussioni in tutta la Penisola. Fonte di inquinamento, la plastica dei sacchetti dei negozi è stata (e continua a essere) un tema parecchio dibattuto anche in Svizzera, tra mozioni parlamentari e tentativi di soluzione da parte delle catene di distribuzione. 

Questo contenuto è stato pubblicato il 04 gennaio 2018 - 14:57
La Multi bag di Coop (a sinistra) e la Veggie bag di Migros. Coop/Migros

La crociata politica contro i sacchetti di plastica per trasportare la spesa è cominciata in Svizzera una decina di anni fa quando il parlamentare Dominique de Buman presentò una mozioneLink esterno per vietarne l’uso. 

Allora il governo raccomandò di respingere il testo, adducendo che i problemi ambientali legati ai sacchetti sono un problema nei paesi in via di sviluppo, mentre nella Confederazione, dove “lo smaltimento pubblico dei rifiuti viene effettuato in modo serio e a un livello tecnico elevato”, il problema “non sussiste”. Come esempio l’Esecutivo citava gli impianti di incenerimento dove i rifiuti, e dunque anche la plastica, vengono usati come combustibile per produrre calore ed elettricità.

+Plastica gettata: rifiuto o preziosa materia prima?

L’impatto del divieto, ipotizzava allora il governo, sarebbe stato esiguo visto che i sacchetti “rappresentano solo lo 0,5% dell’utilizzo di plastica in Svizzera”.

La mozione, tuttavia, è stata approvata dal Parlamento. Metterla in atto avrebbe però richiesto una modifica della Legge federale sull'ambiente. Un lavoro legislativo che l’amministrazione ha deciso di aggirare facendo affidamento su un accordo privato a livello della grande distribuzione. 

Così è stato e nel maggio del 2016 il parlamento ha archiviato la mozione. A partire dal novembre dello stesso anno, le grandi catene che distribuivano gratuitamente i sacchetti, una dopo l'altra, hanno smesso di farlo. 

Ora da Migros e Coop il sacchetto di plastica per portare a casa la spesa costa 5 centesimi e va richiesto al responsabile della cassa. Risultato: il loro utilizzo è calato dell’80% per Migros e dell’85% per Coop, che ha stimato il risparmio di plastica annuo a 850 tonnellate. 

Nei negozi in Svizzera è ammesso qualsiasi tipo di contenitore che i clienti decidono di portarsi da casa, purché sia trasparente.

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Non per frutta e verdura

La novità non riguarda, come in Italia, i sacchetti nel reparto frutta e verdura, che nella Confederazione continuano ad essere gratuiti. 

Tuttavia, mentre nella Penisola l’utilizzo di borse riutilizzabili dovrà attendere il via libera del Ministero della salute, in Svizzera alcuni distributori li hanno già messi in vendita. 

Sugli scaffali di MigrosLink esterno (da un anno) e di CoopLink esterno (da due mesi) si trovano infatti delle apposite borse a rete riutilizzabili e lavabili. Per evitare che il peso della borsa sia conteggiato dalla bilancia, frutta e verdura vanno pesate senza, ma in uno stesso sacchetto “ecologico” possono essere messi diversi prodotti insieme. Su di esso andranno poi incollate tutte le etichette adesive indicanti il prezzo. 

Non esistono ancora dati sul reale utilizzo dei nuovi sacchetti, ma Migros ha "constatato un riscontro molto positivo" dall'introduzione della sua "Veggie bag". "Sono molto apprezzate dai nostri clienti", ha comunicato a tvsvizzera.it.

Va sottolineato anche che nei negozi in Svizzera è ammesso qualsiasi tipo di contenitore che i clienti decidono di portarsi da casa, purché sia trasparente.

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